Napoli Soccer e SSC Bari: due realtà simili ma diverse, distanti ma non troppo, con ambizioni, progetti e voglia di fare. Entrambe con similitudini e differenze, entrambe gestite dalle mani sapienti della famiglia De Laurentiis che dal settembre del 2004 ha fatto irruzione nel mondo del calcio con la figura di Aurelio, capostipite della famiglia e proprietario della Filmauro.

Il primo anno del Napoli Soccer, in Serie C e non in D come il Bari, è stato un assaggio di calcio per i De Laurentiis, un anno di transizione. Con Gianpiero Ventura prima, e Reja poi, gli azzurri arrivarono terzi in un campionato dominato dal Rimini e si fermarono in finale playoff con l’Avellino che nel derby raggiunse la promozione. Il primo anno barese, invece, prosegue a gonfie vele con qualche caduta qua e là, come le ultime con Cittanovese e Turris, ma con una squadra più forte delle altre ed un progetto che ha nella scalata continua la sua linfa vitale.

La prima differenza, oltre che nella categoria, sta nel cambio di guida tecnica: un esonero dopo 6 mesi per il Napoli di ADL, una stagione intera, con tutta probabilità, per Cornacchini che ha il compito di portare la nave nel porto della Serie C, obiettivo abbordabile e da non fallire. Un’altra sottile differenza sta, al netto delle categorie, nella continuità di rendimento: il Napoli perse la prima gara casalinga il 31 ottobre col Chieti, ed in generale pagò l’impatto con la Serie C, mentre il Bari, ad oggi, non ha mai perso tra le mura amiche e le sconfitte appaiono più casi isolati che vere difficoltà.

Se arrivati a febbraio il Bari ha nelle proprie mani il destino del campionato, ponendo i Galletti in una posizione di favore, il primo Napoli di De Laurentiis fu costretto a rincorrere sin da subito con squadre, come il già citato Rimini e l’Avellino, che imponevano un ritmo altissimo e le 6 sconfitte sotto la gestione Ventura minarono sin da subito la lotta alla promozione diretta. Altro dato interessante è quello relativo all’attacco: se il Bari può contare su una batteria ben nutrita di calciatori offensivi, col numero dei gol fatti che conferma la bontà degli attaccanti di Cornacchini, quel Napoli concluse col 4° attacco del campionato: Varricchio, bomber principe sulla carta, toppò in fase gol e la svolta arrivò solo con Calaiò, prelevato dal DG Marino nel mercato invernale.

La storia del Napoli, tornato ad essere SSC col passaggio in Serie B avvenuto l'anno successivo per volontà di De Laurentiis che non volle accostare il nome dei partenopei alla Serie C, è ora nota e grazie ad ADL è stabilmente ai vertici del calcio italiano, come mai prima nella storia eccezion fatta per il periodo marchiato Maradona. Nonostante il passo falso nel primo anno, ora la storia ha dato ragione a De Laurentiis che, col Bari, potrebbe riscrivere un’altra pagina fondamentale nell’enorme libro del calcio. Una società gloriosa come il Bari che, con tutta probabilità, si appresta a vivere uno dei periodi più importanti di sempre. I presupposti ci sono, le abilità dei De Laurentiis anche: Napoli insegna.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 06 febbraio 2019 alle 12:15
Autore: Alessio D'Errico
vedi letture
Print