Manca ormai poco all'inizio ufficiale della stagione del Bari in Serie C. In attesa dell'esordio nel Girone C, in programma il 26-27 settembre, abbiamo sentito Alberto Cavasin. Il tecnico ma con un passato da centrocampista biancorosso tra il 1983 e il 1986 (122 presenze), intercettato in esclusiva dai nostri microfoni, si è così soffermato sull'arrivo in panchina di Gaetano Auteri"L'anno scorso è terminato con una sconfitta però il Bari ha fatto un buon campionato, da protagonista. La decisione di cambiare è stata presa dai vertici della società, non è una questione di demerito ma frutto di altre valutazioni. Poco tempo per la preparazione? Sicuramente anche le altre squadre hanno lo stesso problema. Si deve lavorare con minime variazioni e fare una sintesi dei compiti, ruolo per ruolo, promuovendo un gioco già nelle corde dei calciatori. E' fondamentale partire bene per non pagare il ritardo nei primi mesi con delle sconfitte perché nel calcio nessuno aspetta, si vive sul quotidiano".

Pochi dubbi sulle elevate ambizioni della squadra: "Quest'anno bisogna vincere il campionato. Si parte con una nuova identità tecnica, però sulle basi dell'anno scorso: gruppo forte, società e città importante. Il girone è difficile, più da B2 che da C. Ci sono tante squadre di buon valore tecnico e con alle spalle città e tradizioni importanti. l biancorossi però puntano a vincere al di là degli avversari. I singoli? Penso che Antenucci sia il punto di riferimento per il ruolo, il passato e il valore del giocatore. Poi vediamo chi verrà".

Le mosse di mercato: "Si stanno cercando giocatori di categoria che però hanno un valore anche superiore alla stessa. Non è in atto un ridimensionamento ma un volontà migliorarsi e di costruire una squadra più forte. Ci vuole la giusta miscela per questi campionati. Quando ho giocato a Bari in C (promozione nel 83/84 ndr) si costruì una squadra composta da giovani e calciatori esperti, sia di categoria che di categoria superiore. Ci vogliono elementi che sappiano entrare nella filosofia del campionato, adeguarsi subito alla squadra e prendersi le responsabilità. Con troppi profili di categoria superiore si rischia di non avere lo spirito battagliero della C". 

Sugli stadi chiusi e l'importanza del San Nicola: "Il fattore campo è molto importante in queste categorie, le squadre riescono ad assorbire il pathos del proprio pubblico. I tifosi tolgono energie e condizionano gli avversari. Non averlo è penalizzante, soprattutto per il Bari. Venire in un San Nicola vuoto è tutta un'altra cosa. Mettendola in termini numerici, il Bari parte sempre 1-0 con il pubblico. Basterebbe una riapertura anche parziale, vista l'ampia capienza del San Nicola potrebbero venire comunque tante persone".

Sezione: Esclusive / Data: Lun 14 settembre 2020 alle 17:30
Autore: Gianmaria De Candia
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