Nel proseguo della nostra intervista ad Amedeo Mangone, trovano spazio svariati argomenti. Tra questi, alcuni ricordi della sua esperienza al Bari: " Ricordo tutta la cavalcata per la Serie A. Ed anche l'ultima partita prima di andare in Serie A, nonostante perdemmo ad Acireale 1-0. Ma il viaggio di ritorno con i festeggiamenti e poi il debutto in Serie A sono immagini emblematiche di un'esperienza dove ci sono stati tanti aneddoti, contesti e compagni di squadra. La ricordo sempre con nostalgia e grande affetto".
Sul compagno di squadra più forte con cui ha giocato in biancorosso, non fa un solo nome: "Ce n'erano diversi. Protti, Tovalieri, Joao Paulo che però abbiamo visto poco a causa dell'infortunio, Barone, Bigica, Amoruso. Mi spiacerebbe fare altri nomi perché sicuramente dimenticherò qualcuno, perché sono stati anni di giocatori forti. Poi io arrivavo dalla C, quindi tutti questi giocatori mi hanno fatto crescere da un punto di vista tattico, tecnico ed umano. Ho capito grazie a loro il calcio ad alti livelli".
Su Francesco Totti e la possibilità che torni a giocare, come da lui dichiarato, dice: "(Ride, ndr). Guarda, non lo so. Francesco è particolare nelle sue esternazioni. Da giocatore era fortissimo, una roba che potenzialmente avrebbe potuto fare anche di più di quello che ha fatto. Era straordinario, solo lui riusciva a vedere certe cose. Il fatto che possa rimettersi in discussione a 48 anni non so se è una trovata pubblicitaria per fare scalpore. Ho letto che vorrebbe due mesi per rimettersi in sesto, vedremo ciò che succederà. Ma qualora dovesse ritornare, non credo accetterebbe di fare solo una passerella, per come l'ho conosciuto".
Infine, ci spiega in cosa consiste il progetto calcistico in Sudafrica di cui è partecipe: "È un progetto nato tre anni fa. Poi ho allenato il VillaValle, ma lo scorso anno ho avuto nuovamente l'opportunità di tornare. Fondamentalmente c'è questa accademia dove ci sono allenatori che selezionano ragazzi per dare loro, tatticamente parlando, una mentalità europea. Ovviamente non è un progetto fine a sé stesso, né vendiamo aria fritta. Loro non hanno scuole calcio. Per cui stiamo lavorando per costruirne una così da poter impostare un lavoro di 5/6 mesi affinché possano migliorare. Ovviamente, arrivare in Serie A è complicato, poiché sono extracomunitari e ci sono discorsi di slot, come anche in Serie B, per cui invece subentrano discorsi di permessi di soggiorno. Lo facciamo soprattutto con la speranza che si divertano. Sono tutti ragazzi che vivono la vita in modo sereno, sono disponibili, molto gentili ed educati. Mi auguro che qualcuno possa venire in Italia o in qualche campionato europeo. A me piace adattarmi a loro e misurarmi con delle abitudini e usanze totalmente diverse. Mi piace apportare qualcosa di mio, per dare loro motivazioni e per mettersi in discussione".
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