Dovessimo giudicare l’operato della famiglia De Laurentiis dal momento del suo approdo a Bari, il bilancio sorriderebbe: due promozioni e due finali play-off in cinque stagioni con nel mezzo una sola annata incolore, la 2020/2021 in C conclusasi con l’amaro epilogo dell’eliminazione dai play-off nazionali per mano della FeralpiSalò. Quello che fu ribattezzato come un "anno di transizione", vide tre cambi di guida tecnica, pochi risultati e molti malumori. La sensazione, dopo la Serie A sfiorata lo scorso anno, è che si stia assistendo allo stesso copione con allora come registi due allenatori: Auteri, poi richiamato dopo l’esonero, e Carrera. La transizione è stata praticamente confermata indirettamente dallo stesso ds Ciro Polito che dopo aver dichiarato, lo scorso settembre, come la rosa attuale sia sulla carta più forte di quella costruita al primo anno in B ,è ritornato sui suoi passi esplicitando a TeleBari come, attualmente, si stia cercando di "gettare le basi per tentare l’assalto alla Serie A il prossimo anno".
Ammesso e non concesso che le basi siano state poste, la domanda che sorge spontanea è come si sia riuscito in così poco tempo a distruggere quanto creato fino a pochi mesi fa. Sì perché il malumore che si respira a Bari è figlio di una piazza che si sente tradita dalla proprietà, da un presidente le cui affermazioni sabato hanno letteralmente inferocito la tifoseria, una sorta di goccia che ha fatto traboccare definitivamente il vaso. Ricostruzioni dell’accaduto a parte, su cui è intervenuto lo stesso De Laurentiis direttamente sui suoi profili social, il rapporto fra la piazza e il patron Luigi è ai minimi storici dal 2018, naturale conseguenza di una città alla ricerca di risposte da parte del numero uno biancorosso che dallo scorso luglio non si è mai praticamente prestato alla stampa rispondendo alle domande dei giornalisti. Infatti, a poche settimane dal “lutto” della finale play-off persa contro il Cagliari, De Laurentiis dichiarò che il Bari avrebbe lottato per i play-off e che i soldi delle cessioni di Cheddira e Caprile sarebbero stati reinvestiti. Di tutto ciò, a distanza di tempo, non si è visto nulla con pochissimi acquisti e tanti prestiti giunti tra l’altro a ridosso dell’inizio del campionato.
Se è vero quanto è vero che investire tanto non è sempre sinonimo di vittoria, è anche vero però che investire così poco corrisponda a ben altro. Lo scambio di vedute fra Luigi De Laurentiis e i tifosi in Tribuna Ovest è quindi il risultato non solo della pesante sconfitta casalinga del Bari contro il Venezia, ma soprattutto di una serie di precedenti e azioni mai chiarite che nel capoluogo pugliese si fatica ancora oggi a comprendere, senza dimenticare come già nel ritiro di Roccaraso, il patron dei galletti si sia lasciato andare ad alcune dichiarazioni non proprio felici relativamente ad alcune domande poste dai tifosi presenti sulla campagna acquisti. Di certo, è la prima volta che il numero uno dei galletti reagisce stizzito alle contestazioni legittime dei tifosi, qualcosa di inusuale insomma per una persona sempre composta che ha fatto del self-control, dell'educazione e della compostezza alcuni dei suoi leitmotiv.
Ecco, se dovessimo riassumere il clima che si respira a Bari, questo gesto riuscirebbe a racchiudere al suo interno la cronistoria sportiva degli ultimi mesi. La squadra necessita di interventi e l’appello questa volta è arrivato anche dal Sindaco Antonio Decaro sempre ai microfoni di TeleBari che ha esplicitamente chiesto alla società, da tifoso, di intervenire sul mercato per rinforzare la rosa a disposizione di mister Marino. Tanti punti interrogativi, poche le certezze, fra queste la tifoseria per un Bari-Venezia che è risultata la seconda partita del weekend di B con più paganti nonostante la pioggia e il gelo. Cosa accadrà da qui a qualche mese non è dato saperlo, la speranza è che tutto e tutti possano ricompattarsi. Del resto, la sesta tifoseria d’Italia ed un club che ha disputato 30 campionati di Serie A nella propria storia meritano ben altro…
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