Puntellare o rivoluzionare? E' probabilmente il dilemma per eccellenza che tanti tifosi biancorossi si stan ponendo in vista del prossimo campionato di Lega Pro.

Cosa serve effettivamente per il doppio salto? Statistiche alla mano, le compagini che recentemente l’hanno fatto, arrivando quasi tutte addirittura in serie A, sono le seguenti: Parma, Spal e Venezia. Due su tre hanno concluso la loro cavalcata con la serie A. I veneti si sono “fermati” in serie B, risultato di tutto rispetto se il punto di partenza è il dilettantismo. Questi ultimi, a onor del vero, hanno appena concluso poche settimane fa, il loro campionato con una rocambolesca e discussa retrocessione.

Tre squadre, un comune denominatore: rivoluzione. Difatti le tre compagini, raggiunta la promozione dalla serie D alla Lega Pro, per effettuare il secondo salto, hanno mantenuto davvero pochissimi elementi, rinforzando la rosa quasi per intero.

Il Parma, al passaggio dai dilettanti ai professionisti, effettuò ben 20 acquisti. Spiccano Calaiò, Evacuo e Munari, oltre tanti altri profili di spessore, addirittura 19 le cessioni. Il Venezia, per quanto possibile, ha fatto ancor meglio con addirittura 28 acquisti tra i quali gente del calibro di Bentivoglio, Domizzi e Garofalo. La Spal, forse è il caso più eclatante: attraverso una fusione con la Giacomense, fece un cammino ancor più tortuoso, partendo dalla Lega Pro seconda divisione. Partenza quindi praticamente da zero, con oltre 30 nuovi giocatori, tra cui spiccava un giovanissimo Manuel Lazzari.

Il divario tra dilettantismo e professionismo è più ampio di quel che sembra, gli esempi sembrano confortare l'attuale orientamento del club biancorosso. Paga cambiar tanto, ovviamente in meglio.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 23 giugno 2019 alle 13:00
Autore: Francesco Patruno
vedi letture
Print