Dieci milioni di euro. Tanto è costata complessivamente, considerate anche le spese extracampo, per ammissione dello stesso Luigi De Laurentiis, la stagione che ha consentito al Bari di riconquistare la tanto agognata promozione in serie B, mancata nelle annate precedenti. Una spesa certamente ragguardevole, per la Lega Pro, ma non esorbitante se messa a confronto con quanto spendono, in media, le squadre della serie cadetta.

Qui, le superpotenze, a livello di monte ingaggi dei soli calciatori, sono il Parma, che oltrepassa i 30 milioni di euro, a dispetto della dodicesima posizione conseguita in classifica, ed il Monza di Berlusconi, che va oltre i 20.

Fermo a 17 il Benevento, con la Cremonese neopromossa in A che di milioni ne ha spesi 14, mentre sono più di 12 quelli scuciti dal Frosinone di Grosso. Oltre i 10 anche il Brescia, il Lecce vincitore del torneo e la Ternana. Poco meno di quella cifra, invece, l’esborso della Reggina, del retrocesso Crotone, della Spal, del Pisa e del Como, che ha potenzialmente la proprietà più danarosa del calcio italiano.

Intorno ai 7 milioni di euro, invece, hanno speso Ascoli, qualificatosi ai playoff, Vicenza, Alessandria e Pordenone (i veneti ai playout, le altre due retrocesse direttamente in C.) Quasi miracoloso, stando ai dati, il rendimento del Perugia, che giocherà i playoff per la A nonostante i soldi percepiti dai giocatori superino di poco i 6 milioni di euro.

Ancora meno, circa 4,5 milioni, ha speso il Cosenza, prossimo a giocarsi gli spareggi per la permanenza. Ultimo della classe, solo in questa classifica, è invece il Cittadella, che ha chiuso la stagione con un tranquillo undicesimo posto spendendo solo 3 milioni per stipendiare i suoi tesserati.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 11 maggio 2022 alle 22:00
Autore: Giovanni Gaudenzi
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