Per i tifosi con una buona memoria, che amano la ricerca dei corsi e ricorsi storici, alla mente non può che tornare la partita con l'Empoli andata in scena una notte di primavera di tredici anni fa. Certo, il contesto era diverso ed allora la posta in palio era molto più alta, dal momento che con un successo i biancorossi avrebbero ottenuto la certezza matematica della promozione in Serie A, ma anche in quel caso i tifosi uscirono dal San Nicola con un pizzico di delusione per uno 0-0 che posticipò la festa.

Perché una cosa è certa, dopo il pari contro la Fidelis Andria: la promozione in B è soltanto rimandata, e già domenica prossima contro il Latina i biancorossi potrebbero celebrare il ritorno nella serie cadetta. Da questo punto di vista, per guardare il lato positivo di una domenica pomeriggio che un pizzico d'amaro in bocca lo lascia, c'è da considerare come il destino si sia impegnato per preparare la scenografia migliore per la festa. Salvo clamorosi colpi di scena, questa arriverà o domenica prossima a Latina (quale scenario migliore per chiudere un cerchio dopo anni di delusioni?) o in casa con il grande rivale Avellino.

Il tutto a conclusione di un pomeriggio che già di suo aveva apparecchiato lo scenario ideale per vincere e chiudere la pratica: mentre i tifosi arrivavano allo stadio, infatti, la Juve Stabia ha fatto il primo regalo ai biancorossi fermando sull'1-1 il Catanzaro e fornendo dunque il primo match point per la B. Opportunità sciupata dagli uomini di Mignani, che proprio quando serviva affondare il colpo si sono inceppati, offrendo una prova scialba e priva di idee contro una Fidelis Andria che pure ha il merito di aver disputato un'ottima partita conquistando un punto utile in chiave salvezza.

Tanti i biancorossi sottotono, a partire da un Cristian Galano inspiegabilmente in campo per settanta minuti. Certo, non sono questi i tempi di processi e critiche, anche perché questa gara è stata disputata in condizioni particolari in cui trovare la giusta concentrazione non era semplice. L'unica cosa che può servire, al massimo, è prendere un appunto in vista del prossimo anno, quando il livello si alzerà ed ogni occasione non sfruttata rischia di essere pagata. 

L'unica cosa che si può dire, in conclusione, è: "Che peccato". Un commento affiancato alla consapevolezza che ogni festa sia solo rinviata, e già domenica prossima quell'urlo potrà levarsi finalmente verso il cielo.

Sezione: Copertina / Data: Dom 27 marzo 2022 alle 20:45
Autore: Raffaele Digirolamo
vedi letture
Print