Nel corso dell'appuntamento di ieri pomeriggio a CasaTuttoBari è intervenuto Guido Angelozzi. Una lunga chiacchierata, in cui l'ex direttore sportivo biancorosso si è soffermato sulla famosa meravigliosa stagione fallimentare: "La società era in difficoltà già da dopo la retrocessione. I primi anni siamo partiti con grandi problemi e punti di penalizzazioni, dove con Torrente riuscimmo a salvarci. Nel 2013-2014 abbiamo fatto sacrifici ed a metà anno fummo abbandonati, rimanemmo solo io, Piero (Doronzo) e Vinella, che si prese la responsabilità di fare l'amministratore. I giocatori furono favolosi ma merito anche della città di Bari, che ci trascinò dopo l'addio dei Matarrese. Si creò un'alchimia incredibile, chiunque si attaccò a quella squadra. Devo ringraziare anche i curatori fallimentari Danisi e Giannelli, davvero eccezionali, e il compianto Vito Vasile, che ci fece un prestito economico per ripartire".  

A distanza di anni, l'epilogo provoca ancora una grande amarezza: "Me la sono sentita rubata quella Serie A, la meritavamo. Uscimmo dai playoff senza perdere, un doppio 2-2 contro il Latina. Al ritorno eravamo avanti a 10 minuti dalla fine, poi l'arbitro diede quel rigore e fummo eliminati".

Sulla scelta di Alberti per la panchina: "Idea nata per la disperazione. Avevamo Gautieri ma ci lasciò subito ed eravamo rimasti senza soldi per prendere un altro allenatore. Un giorno Alberti mi venne parlare ma non volevo nemmeno ascoltarlo. Mi disse che aveva il patentino e così mi diede lo spunto per il duo con Zavettieri. Inizialmente provarono il 4-4-2 ma io suggerii di continuare con il 4-3-3, la mia malattia di sistema di gioco, usato anche a La Spezia e Sassuolo. Alberti è un professionista serio. Era con me a Lecce e l’ho portato sia a Bari che a La Spezia. Qui c’è anche un altro barese, Longo, che lavorava con noi nel settore giovanili biancorosso. Cerco di circondarmi di persone che conosco".

C'è anche un grande colpo di mercato mancato tra le memorie del dirigente: "Nel 2010 Giovinco era del Bari. Io e Ventura andammo a Verona dal procuratore e il ragazzo non vedeva l’ora di venire. Poi subentrò la società, già in crisi e che non aveva i soldi per il prestito. Così saltò tutto". 

Angelozzi è poi ritornato sul suo addio, evidenziando con grande chiarezza le responsabilità dei suoi successori per il fallimento: "Paparesta è una persona normale, quando ha preso la società, me ne sono andato senza avere una squadra. Scelgo io con chi voglio lavorare, non viceversa. Il dramma del 2018? Ognuno deve fare il proprio mestiere, senza offesa, alcuni dirigenti erano improvvisati. La società si sarebbe salvata se fosse stata gestita con criterio. Così non è stato, nonostante avesse zero debiti ed un capitale calciatori importanti. Ricordo che trattenni Caputo un anno senza giocare per una squalifica immeritata, ma poi anche gente come Sabelli e Ceppitelli".

In chiusura un commento sull'attuale proprietà De Laurentiis: "Sono attaccato al Bari, vengo spesso, ho un sacco di amici. Un ritorno? Mai dire mai ma lavoro allo Spezia e mi trovo bene. I galletti hanno dirigenti bravi, importanti, preparati e che fanno il loro dovere. Devo fare i complimenti alla nuova società. Sono convinto al 1000% che con il tempo arriverà in A".

Sezione: Esclusive / Data: Sab 18 aprile 2020 alle 16:00
Autore: Gianmaria De Candia
vedi letture
Print