Fabio Vignaroli ha vestito per 15 volte la maglia biancorossa, giungendo a queste latitudini nel febbraio del 2007, quando sulla panchina biancorossa,  poco dopo il suo arrivo, ebbe luogo l’avvicendamento tra l’esonerato Maran ed il subentrante Materazzi, in B.

L’ex attaccante, oggi quarantacinquenne, ha esposto in esclusiva alla nostra redazione i suoi ricordi di quel semestre e le sue idee sull’attualità biancorossa: “La mia esperienza a Bari non fu delle migliori, perché non ebbi un gran rapporto con il tecnico, e venni spesso schierato da quinto di centrocampo. Poi, venivo da un periodo di inattività dovuto ad alcune problematiche familiari, quindi ci misi un po’ a rimettermi in condizione, ed a livello societario era un momento un po’ confusionario. Comunque, ricordo una piazza alla quale anche la serie B sta stretta, come contesto, e lo dimostrano i 25 mila tifosi che hanno affollato il S. Nicola di recente. Ma oggi sul futuro dei galletti pesa la questione multiproprietà. In merito, ci sono delle regole e vanno rispettate. Concettualmente, non ha nemmeno senso che ci siano squadre di B che, come rischia di succedere al Bari, non possono salire in A perché c’è già l’altra compagine con la medesima proprietà in massima serie.”

Vignaroli, in carriera, ha giocato anche nel Modena, con il quale ha esordito in A. Guarderà con interesse, quindi, la prossima Supercoppa di C, che vedrà protagonisti biancorossi e canarini, assieme al Sudtirol: “Sarà un bel torneo. Il Modena ha una rosa importante, con una società nuova ed ambiziosa. Il Sudtirol, invece,  è una squadra compatta, che ha subito solo 9 reti in campionato. Quella di sabato prossimo con gli altoatesini per il Bari sarà una gara complicata. I galletti, comunque, hanno un allenatore bravo ed un organico che si è dimostrato all’altezza della situazione, con molti giocatori esperti.”

In chiusura, Vignaroli si è soffermato sulle prospettive del calcio italiano: “Il nostro modello calcistico è in crisi, spero che ci si convinca a dover tornare ad inculcare la cultura sportiva sin dalle scuole, altrimenti il domani è abbastanza fosco, come si vede anche dai risultati recenti della Nazionale, al di là dell'Europeo vinto. Non si può subordinare un contesto bello come quello del pallone agli interessi politici o finanziari degli investitori, anche stranieri, di turno. Bisogna tornare a vedere la bellezza di uno sport, senza mettere sempre in primo piano il denaro. Anche la situazione legata al recente fallimento del Catania dimostra che sono molti gli aspetti che non funzionano a dovere.”

Sezione: Esclusive / Data: Gio 28 aprile 2022 alle 13:30
Autore: Giovanni Gaudenzi
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