La prima rete in biancorosso, Marco Nasti, l'aveva realizzata con le movenze da attaccante di razza: il numero nove era stato infatti bravissimo nello sgusciare via al difensore del Cittadella e, raccogliendo di testa un pallone al bacio servito da Giuseppe Sibilli, depositare il pallone alle spalle di Kastrati. La seconda ha visto il calciatore sfruttare a pieno un'occasione d'oro, nata da un errore di Chichizola che ha dato a lui ed Aramu l'opportunità di firmare il momentaneo pareggio.
Due gol da bomber vero (a cui si aggiunge anche un capolavoro dalla distanza in Under 21) e non da ragazzo che deve ancora farsi, testimonianza evidente di un avvio di stagione senza dubbio positivo. Già, perché Nasti era arrivato a Bari con delle belle referenze ma anche con la consapevolezza di dover crescere molto, com'è naturale che sia per un classe 2003 al secondo campionato fra i professionisti. Che la grinta e la personalità non gli mancassero era chiaro: lo scorso anno ha segnato solamente cinque gol, ma tutti pesanti per salvare il suo Cosenza, obiettivo per il quale ha anche rinunciato a giocare il Mondiale Under 20 con l'Italia.
Tutto questo si sapeva, ma era lecito aspettarsi che Nasti necessitasse di tempo per imporsi in un ambiente pesante come quello biancorosso. Ed invece un po' le contingenze (con gli infortuni di Menez e Diaw) ed un po' le prestazioni positive, hanno fatto sì che il talentino scuola Milan fin qui fosse il punto di riferimento principale dell'attacco barese. La sensazione è confermata dai numeri: le statistiche di Fbref mostrano come il calciatore sia il galletto che ha prodotto più expected goals della rosa di Mignani.
A questo si aggiunge un importante lavoro senza palla, con buoni numeri sui palloni recuperati e soprattutto con un instancabile sacrificio per effettuare la prima pressione. Uno sguardo alle mappe che mostrano il suo movimento sul terreno di gioco, infatti, può far notare come il numero nove abbia spaziato molto nella metà campo avversaria, occupando spesso sia le zone centrali della trequarti che le corsie laterali. Proprio Nasti, però, in una conferenza tenuta ad inizio stagione aveva sottolineato come fosse necessario correre meno per guadagnare in lucidità negli ultimi metri, fattore nel quale possono esserci margini di miglioramento.
Parole che indicano una maturità notevole, nonostante l'età. Unita alla voglia di dare il massimo, che l'anno scorso a Cosenza si è vista sia con le frasi pubblicate sui social che con i fatti, come dimostra la rinuncia al Mondiale del quale si è già parlato. E per fare presa sulla piazza biancorossa, del resto, c'è voluto poco. L'impatto è stato positivo, ma l'auspicio è che il bello debba ancora venire.
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