Ci siamo. Veniamo da un vergognoso recente passato che ci ha visti estromessi inesorabilmente dal Gioco del calcio agonistico dopo oltre 100 anni di partecipazione. Tutto perduto, tutti nella polvere. In un angolo del nostro cuore biancorosso era riposta una speranza sola: poter ripartire. Speranza strapazzata dai giochi economici per mettere le mani sul titolo sportivo, quasi non fossero bastati quelli conclusisi col tracollo di Giancaspro. All’improvviso un lampo di luce: un imprenditore serio e capace intravede l’affare legittimo di entrare con i suoi capitali a spazzare polvere e miserie pluriennali investendo sull’unica realtà concreta e positiva di tutto lo scenario martoriato offerto agli occhi di tutto il mondo pallonata e non: “il calore di una nutritissima tifoseria mortificata ma pronta a ritornare in 50.000 allo stadio. È arrivata la Famiglia De Laurentis ed ha rivitalizzato speranze e giochi. I giochi. Tempi stretti per formare la squadra ma Società riesce a far corpo ad una egregia creatura, da scoprire e veder crescere. Infatti cresce rapidamente e molto bene. Il tifoso strepita, applaude, vede speranze che diventano certezze. Però il tifoso non si vaccina, lui non si ammala mai! Ci si ubriaca e si comincia, maldestramente, vero giornalisti?, a contare i record da battere. Poi la vita si sa, può darti un ceffone per farti svegliare e rinsavire. Si, rinsavire e mettere i piedi per terra.  Ciò che tu hai costruito in un mese altri lo hanno fatto in più anni, hai dovuto scegliere i pezzi da disporre sullo scacchiere verde attingendo alla sorgente dei pezzi pregiati ma di categoria. Poi ci stanno le variabili, ma anche queste ovattate in ampio margine di sicurezza mettendo in cassaforte il corrispettivo di 4 vittorie (12 punti) tra te e gli avversari. Le variabili negative hanno rosicchiato metà di quella fascia di protezione e, il tifoso incolpevole perché il tifo è peggio del tifo ante antibiotici, rimane costernato e ciò è umano e siccome il tifoso, in quanto tale, è più che umano “non demorde”. Soffre ma reagisce, non trema ma incita, non prepara i funerali, ma le rivincite, non denigra ma incoraggia!!! Si incavola con i cosiddetti tirapiedi o cassandre e al campo torna col cuore è una bandiera, quella in cima ai suoi sogni. Io sogno che certi passi falsi siano le fisiologiche crisi di crescita di tutte le adolescenze, quella del pallone, nella sua più ampia accezione, inclusa!  

Aldo Sportelli

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Sezione: Lettera del Tifoso / Data: Mar 05 febbraio 2019 alle 13:00
Autore: Redazione TuttoBari
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