All'indomani dell'amaro pareggio contro la Viterbese vien da chiedersi cosa non abbia funzionato in una gara che andava vinta ad ogni costo per mettere un po' di fiato sul collo della Reggina, che ventiquattr'ore prima aveva perso contro la Cavese.

Un motivo, e forse il principale, è da imputare alla lunga sosta del campionato, che di fatto ha frenato una squadra che aveva raggiunto l'equilibrio giusto e che viaggiava col vento in poppa. E' sì vero che anche la Viterbese è stata ferma per lo stesso periodo di tempo, ma la giovane età dei gialloblu (23.6 anni l'età media), misto all'entusiasmo, hanno permesso paradossalmente una maggiore ripresa dall'inattività.

Di contro il Bari (29.6 anni l'età media) ha pagato lo scotto del doversi rimettere in marcia per far sua una partita che si era messa sui binari sbagliati dopo 3 minuti, per la rete di Bensaja. E il secondo motivo del parziale flop è proprio questo: il gol subito a freddo che ha permesso alla Viterbese di fare il genere di partita ideale in questi casi, ovvero arroccarsi in difesa e ripartire.

Il Bari, del resto, aveva già sondato all'andata la capacità difensiva dei laziali, e solo una prodezza di D'Ursi ha permesso di disinnescare il catenaccio gialloblu.

Il terzo motivo risiede, come dichiarato da Vivarini nel post partita, nella frenesia dei biancorossi nel voler trovare i tre punti, come se dovessero ad ogni costo stravincere la partita. La sconfitta della Reggina aveva sovraccaricato l'ambiente, con i tifosi e gli addetti ai lavori che si aspettavano un altro atteggiamento. La truppa di Vivarini però ha disilluso le attese, giocando con uno spirito remissivo. Un fattore che andrà analizzato e curato, per non dover in futuro sprecare altre occasioni del genere.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 13 gennaio 2020 alle 16:00
Autore: Claudio Mele
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