Uomini forti, destini forti. Uomini deboli, destini deboli. Prendo in prestito le parole del Ct Luciano Spalletti, che ieri ha compiuto 66 anni, per presentare la sfida di domani contro il Sassuolo. Dei neroverdi di Fabio Grosso, ex della partita, se n'è parlato abbastanza e in tutte le salse: anche solo uno sguardo alla classifica, ai numeri e alla rosa basta a fare tremare i polsi. Il Bari è invece l'emblema della discontinuità, un indecifrabile sali-scendi, chiamato ad una prova del nove che, come scritto nel titolo, pone dinanzi a un bivio.
Da una parte, la concreta possibilità della sconfitta, che se proprio dev'essere, sia frutto di una buona prestazione e di coraggio. Un risultato negativo non comprometterebbe la corsa ai playoff, ma sarebbe agli occhi del tifo una ulteriore posticipazione del salto di qualità, che passa anche da confronti del genere. Dall'altra parte, l'eventualità che il Mapei venga sbancato, che possa esserci un coupe de theatre, una carrambata. Difficile, ma non impossibile, soprattutto nel calcio, storicamente non privo di risultati a sorpresa.
Non solo per l'esito, ma anche per le scelte di formazione è d'obbligo il condizionale: saranno due punte, una punta e un trequartista o si tenterà l'approccio offensivo, che però vedrebbe out uno della triade di centrocampo? Tornerà Oliveri dal primo oppure sarà ancora Favasuli padrone della destra? Pucino ce la farà o vedremo qualcun'altro al posto suo? L'incertezza aleggia pure sulle possibili mosse tecnico-tattiche, ma tornando alla gara, v'è una certezza.
All'andata, Thorstvedt (domani indisponibile) aprì le marcature, ma Lasagna portò in dote ai biancorossi il primo punto dei 38 sin qui conquistati, molti dei quali stanno stretti e che sarebbero potuti essere di più, ma bisogna guardare avanti. Domani ci sarà bisogno di quello spirito battagliero mostrato nell'andata, con un Bari ribelle dinanzi alla possibilità di tornare a casa a mani vuote e servirà una performance da grande, malgrado l'incompiutezza sin qui palesata. Ognuno è chiamato a tirar fuori il massimo, mister incluso. Solo così, citando il maestro Bruno Pizzul, potrà diventare tutto molto bello (e interessante).
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