Il 21 giugno ci sarà la terza assemblea dei soci nella quale, per evitare un clamoroso fallimento, ci dovrà essere il ripianamento delle perdite pregresse da parte del socio di maggioranza Gianluca Paparesta. Per parlare di questo e non solo, la nostra redazione ha contattato Vittorio Galigani, editorialista di TuttoLegaPro, nonché ex direttore sportivo di Taranto, Cagliari e Pescara.

Buon pomeriggio. Che idea si è fatto sul campionato 2015-2016 del Bari?

“All’inizio si era sbandierato che l’organico fosse di prima fascia e che si potesse vincere il campionato abbastanza facilmente. Poi i risultati hanno dimostrato il contrario, è stato pure cambiato l’allenatore. L’arrivo ai playoff è stato stentato nonostante la grande spinta del pubblico. I biancorossi non erano nemmeno nella migliore posizione per giocarsi gli spareggi promozione. Con il Novara la squadra non stava bene fisicamente. Per non parlare di quel gol preso alla fine dei supplementari, in superiorità numerica, e con Galabinov, mal marcato dalla difesa del Bari”.

Capitolo societario. Paparesta ha bocciato il piano di salvataggio del club ad opera di Giancaspro. Lei cosa ne pensa?

“C’è molta confusione: una società che due anni fa è stata acquistata per 4,8 milioni e che oggi, nonostante il primato di incassi, ha accumulato un passivo di quasi 5 milioni. Vuol dire che c’è qualcosa che non va. Sembra che Paparesta abbia pensato più alla propria famiglia che al Bari".

Si attende l’arrivo di Datò Noordin Ahmad. Quali garanzie potrebbe offrire questo imprenditore malese?

“Nell’ambiente calcistico italiano gira voce che Paparesta abbia conosciuto Datò grazie a Lotito. Se così fosse, risulterebbe chiaro che il patron della Lazio abbia deciso di scaricare il Bari perché stanco di quello che è accaduto in questi due anni. Però Datò deve dimostrare la provenienza del denaro che vorrebbe portare nel club biancorosso. Ci sono delle scadenze impellenti e per il bene della città e dei tifosi, mi auguro che possa essere trovata presto una soluzione”.

Che idea si è fatto del socio di minoranza?

“Non lo conosco personalmente. So che è un manager molto capace, in grado di rilevare aziende sull’orlo del fallimento e di farle riaffermare sul mercato imprenditoriale. Una persona del genere è da stimare. All’ultima assemblea Giancaspro ha messo sul piatto 4.4 milioni: ciò certifica le sue buone intenzioni. Mi è sembrato che, essendo in minoranza, è stata bocciata maliziosamente la sua proposta per tutelare gli interessi di Paparesta. Credo che l’ex arbitro non abbia intenzione di mollare la gestione del Bari”.

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ESCLUSIVA CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE TUTTOBARI.COM

Sezione: Esclusive / Data: Sab 11 giugno 2016 alle 16:00
Autore: Mario Caprioli
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