La partita era proibitiva e non era una di quelle, calendario alla mano, in cui fare punti. Il Bari riesce a strapparne uno, mentre il Parma conquista la promozione, causa contemporanea sconfitta del Venezia. Se i galletti pareggiano è tutto merito della voglia e della qualità del capitano, tutt'ora tra i migliori in rosa a livello tecnico, nonostante l'età. Vediamo, di seguito, i top e i flop della gara.


CHI SALE - Impossibile non citare, per primo, Di Cesare. Il capitano è monumentale: difende strenuamente nonostante la grande qualità degli emiliani, è grintoso come al solito e corona la sua prestazione con un gol da grande attaccante, con una percussione partita dal lato dell'area e conclusa con un preciso tiro a giro. Una gemma che consegna un punto prezioso al Bari e che lascia qualche speranza di salvezza ai galletti. Per il resto i biancorossi ci provano, seppur ci siano categorie di differenza con gli emiliani. Buona prova di Maita, che lotta come un leone in mezzo al campo ed è prezioso in fase d'interdizione e impostazione. Menzione per Morachioli,che ravviva un po' l'attacco, e per Pissardo, che compie una gran parata su Bonny.


CHI SCENDE - Sono tanti, tra i biancorossi, a non raggiungere la sufficienza. E non è certo un evento questo. Ennesima prova insufficiente di Lulic che sembra, totalmente, un corpo estraneo al gioco del Bari. Aramu e Kallon fanno una prova abbastanza simile: dovrebbero inventare, puntare l'uomo e creare qualche pericolo alla difesa del Parma; non fanno nulla di tutto ciò, nascondendosi tra le linee avversarie e risultando evanescenti. Kallon, addirittura, regala al Parma la palla da cui scaturisce il gol del provvisorio vantaggio emiliano. Esce, così come Aramu, tra gli assordanti fischi del San Nicola. Passo indietro per Nasti, rispetto alla trasferta di Cosenza, che si sbatte e cerca di fare sponde per i compagni, non riuscendo a rendersi pericoloso e nemmeno utile alla squadra. Mal servito e mal accompagnato.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 02 maggio 2024 alle 08:00
Autore: Armando Ruggiero
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