Il ricordo del Bari della "meravigliosa stagione fallimentare", in grado di risvegliare l'entusiasmo e la passione dei tifosi, è tutt'ora impresso nella mente e nel cuore degli appassionati. Intervistato in esclusiva dai microfoni di TuttoBari.com, uno dei protagonisti di quella stagione, Edgar Cani, attualmente in forza alla Vibonese, ricorda la sua esperienza biancorossa e commenta l'attuale situazione del galletto.
Edgar, che effetto ti fa vedere il Bari in Serie D?
"Il Bari merita tutt'altra categoria, è una piazza bellissima nella quale ho vissuto una splendida annata. So cosa vuol dire giocare e vivere in questa città, dove il calcio è molto sentito; quando si crea entusiasmo e le cose sono fatte per bene lo stadio si riempie. Io sono stato partecipe di partite in cui abbiamo portato 60.000 persone al San Nicola, ed è un'esperienza che avrò sempre nel cuore. La squadra con questa serie non c'entra niente, però adesso ha una società solida, che vuol fare le cose per bene. Ci sono stati diversi protagonisti che non hanno fatto il bene della società, finalmente c'è qualcuno di serio".
Lei ha avuto modo di conoscere Paparesta, accusato di essere fra i responsabili del fallimento. Che impressione le ha dato?
"Io Paparesta l'ho vissuto per poche settimane, e lì per lì sembrava una persona vogliosa di far le cose per bene e costruire un bel progetto. Era molto ambizioso, e noi eravamo contenti perché il sacrificio messo sul campo per non far fallire il Bari sarebbe servito per fare qualcosa di importante . Io avevo espresso il desiderio di rimanere in quella piazza. Dopodiché non so cos'è successo, purtroppo in questo calcio si avvicinano alle società diverse persone senza un progetto, ed a pagare questo sono le piazze".
Ti stupisce il fatto che molti giocatori provenienti da categorie superiori abbiano accettato di scendere in Serie D?
"Assolutamente no, perché in questo periodo è molto importante avere una società solida ed un progetto. Per ogni giocatore è più galvanizzante giocare per vincere, piuttosto che lottare per sopravvivere in altre categorie. Un'esperienza fatta a Bari per costruire qualcosa di importante è stimolante per chiunque".
I tifosi baresi sono divisi; c'è chi dice che i quasi 8000 abbonamenti strappati quest'anno siano un gran risultato e chi invece pensa che si potesse fare di più. Da che parte stai?
"Devo dire che è un grande traguardo per ogni società al di sotto della Serie A, a maggior ragione in un periodo del genere. La piazza come Bari sta dimostrando attaccamento, nonostante la qualità non elevata. Noi eravamo orgogliosi di aver fatto tornare il "priscio", che ho scoperto essere una cosa caratteristica di Bari. Continuando a vincere lo stadio si riempirà ancora di più".
Uno dei protagonisti di quella stagione, Zavettieri, è stato esonerato dalla Virtus Francavilla dopo l'ultima sconfitta contro la tua Vibonese. Che effetto ti ha fatto incontrarlo e segnare un gol che ha pesato per il suo addio?
"Prima della partita abbiamo scambiato due battute, l'importante è avere rispetto. Per il suo esonero mi dispiace, ma in questo calcio è quasi normale, quando i risultati non arrivano".
Qual è il ricordo di Bari che porta dietro con più piacere?
"Se devo citare una partita in particolare è Bari-Novara, eravamo sotto ed ho fatto una doppietta che ha ribaltato la partita e ci ha consegnato i play-off".
Il Bari l'ha sfidato da avversario con il Pisa e l'hanno prossimo potrebbe trovarselo nuovamente di fronte in Serie C. Cosa provi nel tornare al San Nicola?
"Io ho aspettato diversi anni prima di tornare a giocare a Bari, ed è stata una grandissima emozione. Ho ricevuto una grandissima accoglienza e gli applausi di tutto lo stadio; ne sono orgoglioso".
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