Una partenza col freno a mano tirato e poi la bella vittoria di domenica col Monterosi. Il Bari non si è fatto mancare nulla in questo avvio di stagione ed è pronto a recitare il ruolo del protagonista in questo campionato. Per commentare il momento in casa biancorossa, è intervenuto ai nostri microfoni l'ex difensore dei galletti Diaw Doudou, negli ultimi due anni nelle giovanili biancorosse come allenatore di Under 15, Under 17 e poi Berretti, prima dell'addio nello scorso luglio.
Buongiorno Doudou. Che Bari sta vedendo in queste prime settimane?
"Un Bari che si sta ritrovando. Non dimentichiamo che questa squadra è partita con l'handicap di non aver fatto il ritiro. Ha sofferto tanto in Coppa Italia con l'Andria. Siamo però ancora ad inizio campionato e questo si vede anche in Serie A. Molte squadre stanno avendo difficoltà, però la vittoria col Monterosi è stata convincente".
Chi l'ha colpita maggiormente tra i nuovi acquisti?
"Cheddira. Non lo conoscevo, ma mi ha dato delle buone indicazioni. Potrà fare bene in coppia con Antenucci. I gol di Mirco sono una garanzia, l'ha sempre dimostrato in carriera. Ormai conosce le esigenze della piazza, tanto da aver rinnovato di un anno. Insieme a Di Cesare, è il leader della squadra".
Su D'Errico cosa ci dice?
"Francamente non capisco come il Monza si sia potuto privare di un calciatore dalle sue qualità, per giunta del capitano. D'Errico è il valore aggiunto di questa squadra, ha una tecnica superiore alla media della categoria. E lo si è già visto. Mi lasci però dire una cosa...".
Prego.
"Quando una squadra la si inizia a toccare da ogni lato, vuol dire che c'è stato qualche problema. Il protagonista di questo campionato non può essere un singolo, ma la squadra nel suo complesso. Del resto lo ha dimostrato l'Italia di Mancini quest'estate. Tutti devono dare tutto, più del cento per cento. Gli ultimi anni si è visto che il cento per cento non basta. Se tu giocatore hai qualità superiore agli altri, ma non ci metti la grinta, allora non vai da nessuna parte in serie C. È fondamentale mettersi alla pari dell'avversario dal punto di vista del carattere, voglia e cattiveria agonistica. Solo allora escono i valori tecnici. Da soli non bastano per vincere il campionato".
Che campionato sta vedendo, al netto delle prime giornate?
"Un campionato equilibrato. Non ho visto la Ternana o la Reggina di turno. Ricordiamoci però che siamo all'inizio e questo girone è composto da 'cugini rumorosi'. Ci saranno tante trappole sul cammino del Bari, penso ad esempio alle altre pugliesi. Propio nei vari derby bisognerà cercare di non perdere punti. Se una squadra inizia a prendere il largo, allora sarà poi difficile recuperarla".
Mignani che impressione le ha fatto?
"Lo conoscevo da calciatore, avendoci giocato qualche volta contro. Da tecnico l'ho seguito l'anno scorso quando allenava il Modena. La sua squadra subiva poco e non faceva moltissimi gol. Questo però non vuol dire nulla, perché a Bari ha a disposizione altri giocatori. Sicuramente è un allenatore molto interessante e se Polito l'ha preso per una piazza come quella di Bari, allora vuol dire che ha la stoffa per sedere in panchina".
Domanda secca. Pro o contro la cessione di Mane e Mercurio, che di recente ha allenato?
"Sarò impopolare, ma dico le cose che penso. Mane e Mercurio se restavano a Bari, non avrebbero giocato. Va detto, è così. I giovani oggi bisogna farli giocare e soprattutto avere il coraggio di farli giocare. Se questi ragazzi hanno avuto l'opportunità di fare una Primavera 1 altrove per dimostrare il loro valore, è stato meglio mandarli. Restano comunque di proprietà del Bari e se faranno bene, per loro si aprirà un nuovo scenario e un'altra carriera".
Un bilancio della sua esperienza in panchina qui a Bari?
"In Primavera sono arrivato lo scorso 3 marzo al posto di Alfieri. Ho fatto tre mesi, in cui ho portato undici dei miei Under 17 e ho fatto giocare cinque dei miei 2005 dall'Under 15. Mi avevano preso per pazzo, mentre nella prima partita di campionato del Bari tre di loro erano in panchina. Vuol dire che forse tanto male non ho fatto. Conosco i problemi del settore giovanile, avendo passato due anni lì dentro. Però sarebbe antipatico dirli. Io sono uno che da quando è nato sta nel calcio, conosco certe dinamiche. Adesso mi sto aggiornando, in attesa di una nuova avventura".
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