Che ci fa un barese a Roccella Jonica? Non è ancora il periodo adatto per godersi il mare che bagna la cittadina calabrese, tana dell’ultima squadra che affronterà il Bari nell’anno solare. Federico Pizzutelli, nato a Bari e cresciuto nelle giovanili biancorosse, racconta il suo peregrinare per l’Italia e l’ultimo approdo al Roccella alla corte del tecnico Francesco Passiatore, già incontrato in Puglia.

Federico, come è nata la possibilità di arrivare in Calabria?

"Ho fatto la prima parte di stagione a Milano. Sono andato fuori lista, avevo un paio di situazioni ma non appena ho ricevuto la chiamata di Passiatore. Di lui mi fidavo e non ho esitato un attimo ad accettare questa sfida. Il primo obiettivo è la salvezza".

Da Milano a Roccella Jonica: un viaggio di oltre 1.200 chilometri, dal girone A al girone I. Differenze?

"Non eccessive. Sicuramente in questo c’è una squadra che fa la differenza, probabilmente nel gruppo A c’era più equilibrio".

Il ricordo più bello a Bari?

"I sei mesi in cui sono stato aggregato alla prima squadra, nell’anno della meravigliosa stagione fallimentare. C’era un gruppo compatto, bellissimo. Sciaudone, Caputo e Ceppitelli erano prodighi di consigli. Ho imparato molto in quel periodo".

La promozione sfumata resta il momento da cancellare?

"Sì. Viaggiavamo sulle ali dell’entusiasmo, tutto sembrava volgere a nostro favore. È andata male ma presto il Bari si riprenderà tutto quello che ha perduto".

Di certo non ti aspettavi di ritrovarti davanti il Bari in serie D.

"Assolutamente no. Ma sono certo che questa si tratti di una ripartenza forzata che porterà il Bari in alto".

Però potrai calcare l’erba del San Nicola. Che effetto fa?

"Da tanto aspettavo questo momento. Giocare nello stadio della propria città è sempre un’emozione unica".

La gara di domenica ha sicuramente una favorita. Sei d’accordo?

"Sappiamo quali sono le nostre forze e conosciamo le potenzialità del Bari. Non faremo barricate perché abbiamo ben poco da perdere. Giocheremo con tranquillità".

Cosa deve temere il Bari?

"Siamo una mina vagante, non deve sottovalutare l’impegno. Il Roccella è una squadra giovane, con qualità davanti".

Molti reputano i biancorossi squadra dotata di grande tecnica e tantissima esperienza. Cosa conta di più in questo torneo?

"Il gruppo è tutto. Se manca coesione, puoi avere calciatori forti e d’esperienza ma non si va da nessuna parte. Al Bari non manca questo, ed è uno dei motivi per il quale sta dominando il campionato".

Il Roccella ha un’età media di 21 anni. Tu ne farai 25 a gennaio: ti senti uno dei vecchietti di questa squadra?

"Sì, non temo le responsabilità. Il tecnico mi chiede molto in termini di personalità ma questo non pesa sulle mie spalle. Giocare davanti a ventimila persone è uno stimolo. Ma se dovessi segnare, non esulterò".

Giochi dietro le punte: scegli un attaccante del Bari che preferiresti avere come partner d’attacco.

"C’è l’imbarazzo della scelta. Scelgo Simeri perché ci ho già giocato insieme, a Potenza".

Vi siete già sentiti in vista di domenica?

"Certo. Siamo amici ma gli ho detto che in campo, per novanta minuti, non lo saremo".

Sezione: Esclusive / Data: Gio 20 dicembre 2018 alle 14:00
Autore: Gianluca Sasso
vedi letture
Print