Nel comunicato diramato ieri dal Bari, in memoria dell’ex difensore biancorosso Carlo Mupo, deceduto ad 87 anni il 17 marzo scorso, il club biancorosso ha espresso tutto il suo cordoglio per la morte di un giocatore importante della compagine biancorossa, protagonista di ben 7 campionati con questa maglia: “Il presidente Luigi De Laurentiis – si legge nella nota - e tutta la SSC Bari si uniscono al dolore della famiglia Mupo per la scomparsa di Carlo, ex difensore biancorosso a cavallo degli anni '50-'60, che con la maglia biancorossa ha disputato ben 7 campionati di cui 4 in massima serie, totalizzando oltre 120 presenze contribuendo così a scrivere pagine importanti della nostra storia.”

In effetti, Carlo Mupo, nato ad Avellino il 20 aprile 1935, arrivò nel capoluogo pugliese nel 1957, proveniente dal Foggia. Già in quel primo campionato di B, con i galletti allenati da Federico Allasio, padre dell’allora celebre attrice cinematografica Marisa, e trascinati dai gol di Erba, centrò la promozione in massima serie, dopo gli spareggi vinti contro il Verona.

Venne, l’anno dopo, la salvezza in A con mister Tabanelli, in una compagine che terminò l’annata con un ottimo undicesimo posto, ed in organico gente come lo stesso Erba, Mazzoni, Raul Conti, Seghedoni, Cicogna e Biagio Catalano. E permanenza in A vi fu anche nel campionato seguente, 1959-’60, con una buona tredicesima posizione, nonostante il cambio in panchina in corso d'opera tra Tabanelli e Capocasale.

Andò male, invece, nell’annata successiva, con la retrocessione del 1961, dovuta ad un sedicesimo posto che consentì al Bari di partecipare agli spareggi salvezza con Lecco ed Udinese, sciaguratamente persi proprio dai galletti, allenati dalla nona giornata dall’argentino Luis Carniglia. Non fu piacevole nemmeno il seguente anno di B, con un dodicesimo posto della truppa biancorossa, dipendente anche dalla penalizzazione di 6 punti in classifica derivante dai problemi economici del club, stavolta allenato dapprima di nuovo da Allasio e poi, dal ventunesimo turno, da Onofrio Fusco.

Nel 1962-'63 arrivò per Mupo la seconda promozione in A con questi colori, conseguenza del secondo posto centrato dalla squadra allenata da Pietro Magni, anche grazie ad i 17 gol di Biagio Catalano, in un’annata in cui i galletti riuscirono anche ad arrivare in semifinale di Coppa Italia, fermati infine dall’Atalanta, che avrebbe poi vinto il trofeo. Nell’ultimo campionato in biancorosso, Mupo vide i suoi retrocedere in B da ultimi della classe, dopo un campionato complesso, con l’avvicendarsi in panchina di Magni, Maestrelli e poi Tabanelli. Finì qui, il lungo percorso di Mupo in biancorosso, per complessive 128 presenze, senza reti. Passato alla Reggina, terminò in Calabria la sua carriera.

Sezione: Amarcord / Data: Gio 23 marzo 2023 alle 16:00
Autore: Giovanni Gaudenzi
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