Uno dei maggiori talenti espressi dal calcio barese. È passato alla storia in questi termini Cesare Grossi, detto Cesarino, nato nel capoluogo pugliese il 22 gennaio 1917. L’attaccante fu protagonista con i colori biancorossi di tre campionati di A, dal 1936 al 1939, contribuendo ad altrettante salvezze dei galletti.

Prodotto del vivaio del club, Grossi si fece apprezzare sin dai suoi esordi nel grande calcio, mettendo insieme già nella prima annata 4 presenze ed un paio di reti. Molto meglio andò nel secondo anno, quando si laureò capocannoniere della sua compagine, con 8 gol, fondamentali per il tredicesimo posto della squadra nella graduatoria finale.

Il suo apporto non mancò nemmeno nella sua ultima stagione, quando in 15 presenze andò a segno 4 volte. La sua esperienza con il Bari si concluse, complessivamente, con 50 gare disputate, tra campionato e Coppa Italia, ed una quindicina di esultanze personali. Numeri importanti, per l’epoca, che attirarono su di lui l’interesse dell’Ambrosiana-Inter. I meneghini arrivarono ad offrire per il ragazzo poco più che ventenne l’importante cifra di 400 mila lire, senza esito.

Fu forse anche per questo che il ragazzo rispose, qualche mese dopo, alla chiamata alle armi, partecipando all’invasione italiana dell’Albania, iniziata il 7 aprile del 1939. La sua ultima apparizione nel Bari fu, poco meno di un mese prima, il 19 marzo 1939, in un pari interno contro la Triestina. L’Italia occupò, infine, lo Stato dall’altra parte dell’Adriatico.

Ma il povero Grossi, il 22 aprile 1939, a soli 22 anni, trovò la morte  a Tirana in circostanze ancora non del tutto chiarite. La versione ufficiale degli eventi, infatti, parlò di un decesso accidentale, con il calciatore, nel frattempo divenuto soldato, colpito da un fulmine. Il sospetto di un agguato da parte di ribelli albanesi, però, non è mai svanito del tutto. Oggi, a lui ed alla sua sfortunata vicenda è dedicata una delle rampe d'ingresso dello stadio San Nicola

Sezione: Amarcord / Data: Mar 26 aprile 2022 alle 18:00
Autore: Giovanni Gaudenzi
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