Vittoria, dolce vittoria. Non tutti i limiti sono stati risolti, ma l'1-2 con cui Diaw e compagni hanno superato il Brescia trasmette ottimismo e serenità. Due atteggiamenti che hanno permesso di giocare una ripresa con la testa più libera, in cui finalmente gli uomini di Marino hanno dimostrato di poter prendere in mano le redini dell'incontro meritando i tre punti. Servivano come il pane, per tutto il resto si vedrà.
La gara, in ogni caso, è stata tutt'altro che semplice. Le novità, nel corso del primo tempo, si sono viste solo dal punto di vista tattico. Sulla carta la formazione biancorossa scendeva in campo con un 4-4-2 che prevedeva Dorval e Sibilli larghi, ma nei fatti l'ex Pisa tendeva ad accentrarsi, mentre il francese occupava una zolla intermedia fra quella della mezzala e quella dell'esterno alto. La sperimentazione è durata solo pochi minuti, perché i galletti sono passati subito in svantaggio: in un'azione in cui l'intera difesa non si è mossa benissimo, Di Cesare è stato ingenuo nell'atterrare Bianchi, provocando il rigore poi realizzato da Moncini.
Dopo il gol subito il Bari ha provato a scuotersi e si è schierato con una più canonica difesa a tre, sfruttando la mobilità di Sibilli che in alcuni momenti operava da mezzala ed in altri si alzava sulla trequarti. Ma nonostante i diversi tentativi di trovare la quadra, per lunghi tratti i biancorossi sono sembrati incapaci di scuotersi, con tanti errori individuali e poca pericolosità. Solo nel finale, prima con Diaw e poi con Nasti, gli uomini di Marino hanno provato ad impensierire Lezzerini, andando però al riposo sotto di un gol.
Nella ripresa il Bari è sceso in campo con un altro piglio. Se le prime due occasioni della frazione sono state di marca bresciana (con Brenno provvidenziale nel negare il raddoppio a Paghera), i biancorossi hanno alzato i ritmi e trovato il pareggio con una grande sgroppata di Diaw. Da lì in poi i galletti sono cresciuti e hanno alzato i giri del motore, anche accettando di prendersi qualche rischio per avere un atteggiamento più offensivo. Uno spirito premiato ad un quarto d'ora dalla fine, quando Vicari ha girato in rete un bel cross servito da Ricci: esultanza sfrenata, abbracci collettivi ed un grande sospiro di sollievo.
È da questo secondo tempo che bisogna provare a ripartire. Le tante sperimentazioni di Marino danno la sensazione di un tecnico che non ha ancora trovato la quadratura del cerchio, ma che perlomeno è riuscito ad incanalare i suoi sul giusto binario. Sbloccarsi mentalmente, da questo punto di vista, è stato fondamentale: ora il calendario mette di fronte due impegni sulla carta abbordabili, contro Ascoli e Feralpisalò. Servono sei punti, per lasciarsi definitivamente alle spalle il periodo nero.
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