Questa volta si è proprio esagerato. Gli slogan dal sapore sportivo “al di là della fede” ,e "le tragedie non hanno colori” si sono disintegrati davanti al vomitevole striscione esposto da tifosi (?) biancorossi nella serata di ieri su uno dei ponti della tangenziale di Bari, all’altezza del quartiere Poggiofranco. Dare risalto ad un’esternazione del genere potrebbe essere considerato un errore ma davanti alla morte, minacce, rammarico per l’integrità altrui, tacere diventa davvero complicato.

I contenuti del messaggio non offendono soltanto Andrea Masiello, reintegrato dalla giustizia dopo aver espiato la propria pena, ma l’intera città, una popolazione sì passionale, ma mai giunta oltre i canoni del rispetto. Augurare lo stesso epilogo del povero Davide Astori al difensore dell’Atalanta è un'azione vigliacca, risultato dell’accecante odio che produce il calcio moderno a cui molti sostenitori fanno la guerra. Paragonare il dono della vita a una retrocessione della propria squadra del cuore o un derby perso malamente è puro esercizio di cinismo e ignoranza. Chi augura la morte altrui è tutt’altro che un uomo e, purtroppo, qualcuno l’ha dimostrato proprio a Bari.

Sezione: Copertina / Data: Lun 05 marzo 2018 alle 12:30
Autore: Gianluca Sasso
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