E' realmente così ampio il divario tecnico tra Bari e Empoli? E' questo il valore del Bari al cospetto delle principali candidate alla vittoria del campionato? E' quello che si stanno chiedendo tifosi e addetti ai lavori da ieri pomeriggio. La sfida coi toscani, che avevano raccolto appena due punti in più dei biancorossi nelle precedenti ventidue partite (pur partendo con un budget di ben altro spessore), era un match ball da non fallire per dare un segnale importante alle altre squadre che stazionano nei quartieri alti. Il segnale i galletti l'hanno dato, ma è un segnale di profonda impotenza e assenza di certezze. A cominciare dall'allenatore.

TURN-OVER PERENNE - Fabio Grosso è e resta un esordiente tra i professionisti ed ha fatto tanto di buono in questa sua prima stagione da allenatore. La squadra ha sempre mostrato dei concetti di gioco; a volte è riuscita a metterli in pratica in maniera efficace, altre volte no (per demeriti suoi o per merito dell'avversario). Ma l'esser riuscito a trasmettere un certo tipo di idea di calcio, fatto di tanto possesso palla, pressing alto, manovra avvolgente e di qualità non basta se si continuano a cambiare costantemente modulo e interpreti. Ad oggi, dopo sette mesi di lavoro e una trentina di partite tra amichevoli, campionato e Coppa Italia, il Bari non ha ancora trovato un assetto ben definito. Viene da chiedersi che senso abbia cambiare modulo e cinque/sei uomini da una settimana all'altra. A maggior ragione in un momento in cui non ci sono impegni ravvicinati. E in cui gli avversari scendono in campo più o meno con lo stesso undici titolare. Nel calcio non bastano le idee, serve anche continuità, soprattutto se non si dispone di un'organizzazione o di una rosa talmente più forte delle altre da potersi permettere una rotazione massiccia. In tal senso Grosso lo si può considerare all'opposto di tecnici come Sarri che puntano tutto su un blocco ristretto di 13/14 titolarissimi sul quale fanno costante affidamento.

PRECEDENTE - L'ultima volta che i biancorossi erano scesi in campo con la difesa a tre era stato nello scontro diretto, primo match ball della stagione, perso malamente al San Nicola contro il Palermo. In quell'occasione si erano rivisti gli stessi limiti e gli stessi errori della sfida di ieri: squadra sfilacciata, facile preda delle ripartenze avversarie, giocatori schierati fuori posizione in evidente difficoltà. Col ritorno al più sperimentato 4-3-3, pur senza brillare, erano arrivate una vittoria e tre pareggi con appena due reti subite e la squadra sembrava aver trovato una sua stabilità, in attesa degli opportuni correttivi del mercato di riparazione. Grosso ha scelto di ignorare i precedenti negativi e tornare al passato. Una decisione rivelatasi deleteria, col Bari in balia dell'avversario fin dai primi minuti. 

ESPERIMENTI - A complicare le cose l'inserimento, nell'undici di partenza, di due esordienti come Oikonomou e Henderson e la scelta (anche in questo caso i precedenti non erano dei migliori, ndr) di schierare Improta come esterno di centrocampo. Ne è venuto fuori un inedito 3-5-1-1 sbilenco con Cissè isolato e che faceva sponde che nessuno era in grado di sfruttare e Brienza che predicava nel deserto. Ma è dietro che sono emerse le falle più gravi. Marrone, schierato al posto di Basha come play davanti alla difesa, non ha praticamente toccato palla, ne è riuscito a fare da filtro. Esposta agli attacchi avversari la retroguardia è andata completamente in tilt col tandem Caputo-Donnarumma messo sempre in condizione di andare nell'uno contro uno o di scaricare la palla per i puntuali inserimenti dei centrocampisti. Viene da chiedersi che senso abbia fare esperimenti in uno scontro diretto contro quello che, dati alla mano, è l'attacco più forte del campionato. Con due/tre verticalizzazioni l'Empoli passava agilmente da un lato all'altro del campo senza che ci fosse nessuno a sporcare la linea dei passaggi. E quando decideva di sfiancare il Bari faceva girare il pallone a centrocampo in attesa che si aprissero gli spazi per attaccare la profondità. La situazione era talmente grave, il torello talmente evidente, che dopo mezz'ora sono cominciati a saltare i nervi con Marrone ed Henderson ammoniti per due evidenti falli di frustrazione. Il centrocampista scuola Juventus ha rischiato grosso sul finire della prima frazione di gioco per un altro duro intervento non sanzionato col giallo dal direttore di gara. 

TITANIC - Mentre il Bari affondava e il pubblico del San Nicola assisteva allibito alla pessima prestazione dei propri beniamini (e sciorinava applausi per quella dei toscani, ndr) dalla panchina non arrivavano, ne nel corso della gara ne durante l'intervallo, segnali in grado di cambiare l'inerzia del match. Grosso ha scelto di affrontare l'Empoli in una determinata maniera ed ha chiuso l'incontro alla stessa identica maniera. Emblematico il doppio cambio, effettuato dopo un'ora di gioco, con cui ha sostituito due centrocampisti con altri due centrocampisti, mantenendo inalterato lo schieramento di partenza e il terzo, arrivato sullo 0-4, con cui ha inserito D'Elia per Improta. Eppure qualche carta da giocare (Kozac, Floro Flores, Iocolano, per non parlare di Galano) l'aveva a disposizione per poter quantomeno provare a dare una scossa.

CONSEGUENZE - Sconfitte come questa oltre a complicare la situazione in classifica fanno male per tanti altri motivi: mortificano le ambizioni dei tifosi, annientano l'autostima del gruppo e destano forti perplessità sulle capacità stesse dell'allenatore di apportare modifiche a partita in corso e/o di correggere situazioni già palesatesi nel corso del campionato. Cosa rimane di buono della gara di ieri? Praticamente niente. Contro il Venezia tornerà Tello ma mancherà Marrone per squalifica e probabilmente anche Anderson, in odore di cessione. Nel dopogara Grosso ha difeso le sue scelte, affermando che anche con un altro schieramento non sarebbe cambiato granché. Forse, o forse no. Nel calcio non esistono controprove. Quel che è certo è che il tempo degli esperimenti è finito da un pezzo. E che il Bari non è la Juventus Primavera.

Sezione: Copertina / Data: Dom 28 gennaio 2018 alle 15:00
Autore: Francesco Serrone
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