Le prime due partite del Bari sotto la gestione Vivarini hanno regalato solo pochi minuti a Giovanni Terrani. Il classe ’94 rientra tra i diversi giocatori di qualità che stanno trovando poco spazio con l’utilizzo del 3-5-2. Per saperne di più sul momento del ragazzo abbiamo contattato Marco Antonio De Marchi. Questo il pensiero dell’agente, intercettato in esclusiva dai nostri microfoni: “Tutti i giocatori dopo un cambio di allenatore devono ripartire un po’ da capo. Ognuno ha il proprio credo e metodi. Parliamo di un tecnico importante con un’esperienza incredibile e risultati importanti. Giovanni, come tutti gli altri, deve concentrarsi e dare il massimo. Tutte le squadre che puntano al vertice hanno giocatori di grande spessore e livello, che creano una competizione interna elevata. Questa non è una preoccupazione ma una costatazione. L’allenatore è anche nella posizione di cambiare modulo, vista la polivalenza dei giocatori. Mi aspetto che Terrani lotti per il posto come ha fatto sempre e attenda impazientemente l’occasione che arriverà”.

Sulle qualità di Terrani e la possibilità di essere impiegato da mezzala: “Ha fatto tutti i ruoli d’attacco. E’ un giocatore offensivo che predilige l’uno contro uno e molto bravo negli assist. Dal nulla ti può inventare la giocata, anche a difesa schierata, cosa che ha già fatto intravedere a Bari. Ha tecnica, forza e la 'strappata'. Mezzala? Siete in tanti a dirlo, ora comincio a crederci anch’io (ride). Lo conosco da quando aveva 13 anni. Ha sempre giocato nel reparto offensivo perché le sue qualità migliori sono lì. Può però essere una mezzala offensiva. Ha caratteristiche spiccate, vediamo. Sono convinto che possa dare un’enorme contributo alla causa e diventare un elemento fondamentale”.

L'agente con un bel passato da calciatore (ex difensore di Bologna e Juventus, con cui ha anche vinto una Coppa Uefa) si è poi soffermato sulle principali difficoltà che hanno caratterizzato i galletti in questo inizio: “E’ ovvio che giocare in una piazza come Bari è diverso. Quando entri in certi stadi e indossi una maglia prestigiosa devi dimostrare di essere all’altezza. Altrimenti non sei forte. Giocatori dimostrino una capacità di gestione e sopportazione alle pressioni e alle aspettative. Sono stato un calciatore e ho una mia filosofia che cerco di trasmettere ai miei assistiti. Bisogna mettere in difficoltà l’allenatore quotidianamente: lavorare forte, alzare il livello, l’intensità e la competitività. Bisogna tirare quella rabbia e determinazione che hanno tutti le avversarie. Battere il Bari significa andare sulle prime pagine dei giornali. Il tempo è tanto, siamo all’inizio, sono solo 5 i punti dalla vetta. Bisogna fare forza su quest’ultima vittoria e dare continuità. Dopo i primi 2-3 risultati, poi cominci a crederci e ti più senti forte”.

Promosso, inoltre, l'operato della dirigenza: “La società ha fatto un grande mercato. Ha dato ossigeno a quella piazza stupenda chiamata Bari, che merita di tornare nei campionati che hanno contraddistinto la propria storia. Quando si cambia tanto possono uscire problematiche di amalgama, equilibrio e assestamento. Però la squadra è stata fatta con criterio. E’ ovvio che con tanti giocatori forti è difficile trovare la chiave giusta”.

Una battuta finale sull'addio di Cornacchini: “Non è la prima volta che nel calcio assistiamo a situazioni drastiche. Fa parte di una decisione societaria, composta da professionisti di grande spessore all’interno del Bari. Se hanno ritenuto opportuno cambiare, era necessario. Mi dispiace per il mio amico Cornacchini, con cui ho giocato a Bologna. Bisogna rispettare delle scelte anche a malincuore. L’impegno è stato massimo ma i risultati nel calcio sono la cosa più importante”. 

Sezione: Esclusive / Data: Lun 30 settembre 2019 alle 20:30
Autore: Gianmaria De Candia
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