Una deludente retrocessione, qualche buona stagione in Serie B, un fallimento ed infine l'indimenticabile ricordo della meravigliosa stagione fallimentare. E' il rapporto fra il Bari e Guido Angelozzi, che si è raccontato in esclusiva ai nostri microfoni, ricordando il suo passato biancorosso e raccontando di un suo possibile ritorno, che è stato realmente sul punto di concretizzarsi.
Oggi sono passati tanti anni dal suo addio al capoluogo pugliese. Se dovesse tirare le somme della sua esperienza barese, che voto darebbe?
“È stato un bel periodo, in un posto in cui mi sono sentito bene, sia dal punto di vista lavorativo che nel rapporto con la città, in cui ritorno spesso perché ci ho vissuto ottimamente ed ho molti amici con cui tutt’ora mi sento spesso. Forse ci sono stati anche degli errori, ma nel complesso non cambierei nulla e non me la sento di dare delle valutazioni”.
Lei un fallimento l'ha vissuto in prima persona, ma per fortuna l'epilogo fu felice. Cos'ha provato nel vedere quanto accaduto quest'estate?
“Noi ci siamo salvati perché, grazie a Dio, nonostante tutto la squadra ha finito il campionato ed è rimasta in Serie B, addirittura sfiorando la promozione. Ma la cosa bella è che nel momento più difficile tutta la città si è stretta attorno a noi, aiutandoci sia dal punto di vista morale che da quello economico. È stato triste leggere le notizie che riguardavano il Bari quest'estate, posso dire che mi è dispiaciuto molto, sono cose che fanno male, anche perché tanti amici da Bari mi hanno chiamato in lacrime”.
Ci sono stati giocatori che lei ha acquistato e che non hanno reso secondo le aspettative che nutriva per loro?
"Nel calcio, come nella vita, non sempre va tutto come vorresti. Negli anni in cui sono stato a Bari ho visto passare tanti calciatori che per me potevano fare un’ottima carriera. Penso a gente come Galano e Bellomo, che potenzialmente potevano fare stabilmente la Serie A, ma anche Nadarevic o Romizi, per dirne due, avrebbero potuto raccogliere di più".
E dai ragazzi della "stagione fallimentare", si aspettava una carriera differente?
“Per me nell’assieme non era una grande squadra, ma c’erano giocatori forti, che hanno continuato con un buon percorso. Ceppitelli sta facendo la Serie A stabilmente, ma ci sono anche Polenta, Sabelli, Calderoni che stanno proseguendo molto bene; non sono deluso dal loro rendimento":
Dopo il suo addio, però, qualcosa sembra essersi rotto. Quali sono stati, secondo lei, gli errori che hanno portato a stagioni ricche di alti e bassi?
“Io non voglio entrare nei meriti delle gestioni altrui, perché ognuno segue la strada che meglio crede. Però la squadra dell’ultima mia stagione era stata predisposta per ottenere la promozione in un paio d’anni. A maggior ragione con il ritorno di Caputo, credo sarebbe stato meglio mantenere il gruppo compatto ed aggiungere qualche pedina. Invece, nel giro di pochi anni, è stato cambiato tutto e molti sono stati mandati via, sia calciatori che dirigenti. Sono scelte legittime di una nuova proprietà, ma probabilmente avrei agito diversamente”
Guardandosi indietro, cosa le rimane dei suoi trascorsi a Bari?
“È stata un’esperienza importante dal punto di vista professionale ma soprattutto umano, perché mi ha insegnato ad adattarmi nei momenti di difficoltà. Ho avuto anche rapporti splendidi, soprattutto con due persone che non ci sono più come Vito Vasile e Vincenzo Matarrese”.
Ecco, Matarrese, figura controversa. È stato più volte criticato e contestato, anche aspramente, ma poi in molto l'hanno rivalutato, anche alla luce di quanto accaduto negli ultimi anni. È sorpreso?
“Non mi ha stupito, perché io l’ho conosciuto ed è una persona che al Bari ha dato tanto, anche se non sempre ne sono stati riconosciuti i meriti”.
Ci dica la verità, anche in tempi recenti il suo nome è stato accostato al Bari in diverse occasioni. Le è capitato di essersi trovato realmente vicino al ritorno?
“Si, all’inizio dell’era Giancaspro. Mi contattarono e sono anche tornato in città per parlare con la società, mi avrebbe fatto tanto piacere. Ma avevo già accordi con il Sassuolo ed io sono di parola, non potevo tradire un impegno preso”.
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