Pur senza giocare per squadre che ambivano alla vittoria di campionati, la vena calcistica di Mattia Cassani ha la forma del successo. Il nuovo difensore del Bari ha vinto dove nessuno si aspettava vincesse; dove per vittoria non si intende il banale sollevamento di un trofeo, ma la proiezione di squadre apparentemente senza speranze tra le prime della classe. Non un giocatore da Champions League (dove comunque giocò una manciata di secondi da giovanissimo con la Juventus), ma uno che l'Europa League l'ha assaggiata a più riprese. Cassani vola verso i 33 anni e fissa un paletto a Bari, in Serie B, dopo più di dieci anni di altissima Serie A.
Dietro la barba ormai cresciuta si nascondono cumuli di esperienza incassati da oltre 400 match tra i professionisti e da una posizione tattica congeniale ad ogni allenatore. Terzino destro di grande qualità, Cassani con l'arrivo di Montella alla Samp è stato traslocato da gennaio scorso in poi a centrale di difesa in una retroguardia a tre che gli ha ricordato gli inizi di carriera nella juventina primavera di Gasperini che da quella squadra lanciò davvero lui e Palladino. È l'avvento della Serie B e dell'Hellas Verona a trasformarlo in un terzino che spesso ha rimembrato le cavalcate di Zambrotta e che nel giro di poco seppe conquistarsi la maglia della Nazionale.
Nel 2006 il momento del bivio. La Juventus, dopo essere retrocessa d'ufficio da Calciopoli, decide che i prestiti per Cassani dovevano finire; era arrivato il momento di giocarsi delle chance in bianconero. Il parere del calciatore non era sulla stessa lunghezza d'onda; il terzino che da piccolo sobbarcava al padre quasi 300 km ogni giorno per cinque giorni alla settimana per essere accompagnato a Torino, cancella la sua avventura in bianconero per volare in Serie A dall'altro capo dell'Italia: a Palermo. Scelta rischiosa, ma azzeccata. Zamparini nel frattempo ha la possibilità di giocarsi l'Europa grazie alla classifica stravolta dallo scandalo e Cassani è diventato simbolo del Palermo sino a diventarne vice-capitano. Nel mezzo il primo gol è proprio contro la sua ex Juventus con un sinistro terrificante in una porzione di campo insolita per lui. Sarà il secondo giocatore più presente di sempre in Serie A per il Palermo dopo Miccoli.
Se le cose vanno discretamente a Firenze e malissimo a Genova, il seme della carriera di Cassani rifiorisce nel 2014 in quella che ha definito come "la stagione migliore di sempre". La città è Parma e il finale regala un'Europa che nessuno avrebbe immaginato ai nastri di partenza e che poi verrà cancellata dalla sciagurata gestione-Ghirardi, capace di spedire l'anno dopo gli emiliani nel baratro della retrocessione e, peggio ancora, del fallimento.
Adesso Bari, con la compagnia di un'agguerrita concorrenza formata da Sabelli, e con la solita vena calcistica che ambisce ad un'ennesima vittoria dopo 25 gettoni nell'ultima Serie A. Questa volta senza l'obiettivo dell'Europa, ma con la speranza di cementare con esperienza un gruppo che ha l'obbligo di arrivare tra i primi.
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