La meravigliosa stagione fallimentare: un campionato eroico, rimasto nel cuore di tutti gli appassionati biancorossi e non solo. Il settimo dei protagonisti delle nostre interviste speciali, nell'ambito della rubrica dedicata a quel torneo magico, è Marino Defendi, indimenticabile capitano di quel Bari. Per lui cinque anni in maglia biancorossa, dal 2011 al 2016, con 159 presenze arricchite da nove reti.
Su quel particolare campionato: "Il motivo che l'ha resa così indimenticabile è stato, in primis, il miracolo sportivo: passare dalla zona retrocessione agli spareggi per la A, in un girone, è un qualcosa di inimmaginabile. Non è stata, però, quella stagione a farmi sentire a casa, al massimo ha amplificato i miei sentimenti. Io Bari la consideravo già come casa".
Sui compagni con cui ha legato di più: "Vi dico due nomi: Polenta e Beltrame. Con il primo soprattutto per la passione condivisa della pesca. Posso anche dire, con tranquillità, che quell'anno eravamo veramente una famiglia. Se si doveva fare un'uscita o una cena c'era veramente tutta la rosa. Eravamo squadra soprattutto fuori dal campo".
Defendi ci spiega come è nato lo slogan "CompratelaBari", virale nelle giornate post fallimento: "L'idea nasce ovviamente da Daniele(Sciaudone). Io ero a casa e non stavo bene, gli altri si stavano allenando. Mi chiama e mi dice che loro avevano fatto una foto con questo slogan e voleva che la facessi anche io. Allora decido di uscire a fare una passeggiata col cane e mi viene in mente di scrivere quella frase su un cartone che trovo per strada. La mia compagna mi fa una foto, col cane in maniera scherzosa, e da lì diventa virale".
Sui risultati in campo: "Io credo che la squadra avesse grosse potenzialità. Mi vengono in mente Ceppitelli, Polenta e Sabelli. Tutta gente poi arrivata ad alti livelli. Nella prima parte di campionato i risultati non arrivavano, ma le prestazioni c'erano. Il momento in cui ho capito che la nostra stagione poteva svoltare è stata la trasferta di Modena. Lì ho pensato che qualcosa stesse cambiando".
Sul ritorno da Latina: "È diventata celebre la mia frase nel film, al ritorno da Latina. Tornare a casa, dopo una sconfitta cocente, e trovare tutte quelle persone che ti festeggiano, come se avessi vinto il Mondiale, è un qualcosa di inspiegabile. Io credo che squadre e tifoserie come Bari ce ne siano veramente poche. È anche per questo che mi sono legato per tanti anni a Bari.
Sulla stagione successiva a quella fallimentare: "È chiaro che quando arriva una nuova società c'è volontà e bisogno di cambiamento. La società fece scelte diverse e si stravolse un po' tutto. Io, personalmente, non avrei smantellato quell'organico, avrei cercato invece di puntellarlo".
Sul suo presente: "Ho terminato quest'anno la carriera alla Narnese, dove ho cominciato anche ad allenare a settembre. Per ora procede tutto abbastanza bene, siamo primi in classifica in Eccellenza umbra, i ragazzi mi seguono e sono disposti ad ascoltare. L'obiettivo è, in primis, farli crescere".
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