Si è stati a Roma a preparate l' incontro, anticipando, rispetto ai programmi, il giorno del canonico ritiro pre-gara. Basterà far stare più tempo insieme i giocatori biancorossi per sconfiggere il Cagliari domenica? No, ma potrebbe servire per fare quadrato e concentrarsi maggiormente sulla partita, delicata ed incredibilmente proibitiva per la poca roba squadra di Giampiero Ventura, che dovrà metterci molto del suo se vuole ottenere, in terra sarda, punti salvezza.

Uno dei mali di questa bistrattata creatura, infatti, l'impianto di gioco e tutti i suoi ingranaggi, arrugginiti e fuori moda. Il tecnico ligure è troppo innamorato del suo credo calcistico, che recita solamente il 4-4-2 nel suo almanacco. Mai un passo indietro, mai una rinuncia: a prescindere da chi ha avuto a disposizione e da chi ha mandato in campo durante tutta la stagione, mister Ventura non si è mai sognato minimamente di mettere mano alla disposizione tattica della squadra, 'costretta' a giocare in un modo che proprio non sa fare più (e non solo per responsabilità diretta) e che, per giunta, soffre a tal punto da non riuscire neppure a fare un solo tiro in porta. L' ex Pisa, queste cose, le sa meglio di qualunque altro ma, testardo, ha continuato a fare di testa sua. Mai una novità, uno schema nuovo, un modo di attaccare diverso, magari per via centrali e non solo sulle squallide corsie laterali, consumate inutilmente. 

Nei giorni scorsi, soprattutto dopo l'arrivo di Simone Bentivoglio, qualcuno in giro ha incominciato a paventare la possibilità che l'allenatore del galletto possa cambiare, finalmente, modo di giocare, rinunciando almeno ad un' inutile laterale per far posto ad un trio di centrocampisti centrali con maggiori permessi di attaccare. Mettere Bentivoglio trquartista o mezz' ala stile il vecchio Allegretti, poco importa. L'importante sarà l'atteggiamento e le indicazioni del mister, che, si spera, riesca a rinunciare a Kutuzov dal primo minuto. Proporre Okaka-Rudolf è, oltre che inevitabile, anche motivo di fiducia per il resto della squadra, che finalmente non si deve imbattere in ciò che resta del valoroso (in serie B) generale bielorusso, caduto in disgrazia e mai più rivisto a livelli accettabili. 

Ci vuole voglia di cambiare, altrimenti la strada rimarrà sempre in salita, sino a quando, inevitabilmente e matematicamente, il Bari non allenterà la presa per scivolare lì dove, si dice, non si vuole assolutamente tornare. 

Mister, la palla passa a lei. La giochi bene.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 29 gennaio 2011 alle 18:00
Autore: Andrea Dipalo
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