"Mi fermavano al ristorante, per la strada. Sempre al centro dell’attenzione. Oggi invece sono senza contratto e cerco una squadra". Paulo Vitor Barreto, bomber dell'ultimo Bari formato Serie A, si racconta a gianlucadimarzio.com. "Quei tempi purtroppo sono lontani, ma per me resteranno sempre un grande ricordo. Un’avventura che poteva durare di più, ma succede. Ero arrivato dall’Udinese nel 2008, dopo una buona stagione in prestito a Treviso. La chiamata di Antonio Conte mi aveva convinto subito. Ma non mi aspettavo neanch’io che andasse così bene il primo anno. Di tutti quegli anni, la festa promozione è stata l’immagine che mi ha colpito di più. 100mila persone in piazza, un impatto fortissimo, tutti quei tifosi. Bari è una piazza esigente e delicata, ma quando li fai felici ti danno tantissimo".

Barreto prosegue il suo racconto... "In estate Conte purtroppo andrà via, ma poi è arrivato mister Ventura. Il gruppo era simile e il nuovo allenatore è stato bravo a mantenere il nostro sistema di gioco. Con chi mi sono trovato meglio? Da Conte ho imparato tantissimo e avrei potuto imparare ancora di più se fosse rimasto: si vedeva che era un grandissimo allenatore, non mi stupisce che si arrivato ad alti livelli. Bonucci? Ci conoscevamo dai tempi di Treviso. Ha degli ottimi piedi e ci capivamo al volo senza programmare nulla".

"Io sono un ragazzo tranquillo. Tv, computer, tanto tempo a casa. Anche perché, come ho detto, a Bari era difficile uscire in quegli anni lì! Vivono il calcio in modo molto passionale - prosegue Barreto - Lì non c’era un vero e proprio leader. Gillet era il capitano ma le decisioni si prendevano insieme. Io però no: la mia voce non si sentiva mai, non decidevo niente (ride, ndr). Finito l’allenamento me ne andavo a casa e pensavo alla partita. Eravamo un gruppo affiatato, positivo. Ma l’uomo simpatia era senz’altro Allegretti: scherzava e ci faceva ridere".

Il rammarico... "All’epoca sapevo che avevamo talento, ma non era facile predire chi di noi si sarebbe affermato su alti livelli. Ci dev’essere sempre qualcuno dietro che ti segue: se lo avessi avuto anch’io, dopo il 2009/2010 sarei probabilmente andato in una grande squadra".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 29 gennaio 2019 alle 14:00
Autore: Redazione TuttoBari
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