Da fuori rosa a titolare, nel giro di due mesi. Gianluca Galasso, ventiseienne di Latina, ala destra di nascita ma terzino d'adozione, è passato, per usare un eufemismo manzoniano, "dalla polvere all'altare". E pensare che solo due mesi fa, il calciatore cresciuto nelle giovanili della Roma era ancora fuori rosa ed il suo destino all'orizzonte più cupo della mezzanotte.

Poi sono arrivati gli infortuni, a catena, a raffica, a valanga, a falcidiare una rosa biancorossa già di per sé ristretta. Ma l'impiego di Galasso nelle ultime gare, non è solo figlio dell'infermieria piena. Gianluca, in tutti questi mesi, ha continuato ad allenarsi bene e in silenzio. Per tutto il tempo in cui è rimasto ai margini della prima squadra, l'ex-Frosinone non ha mai rilasciato, per sua bocca o per quella di chi lo assiste, lamentele tese a mettere in risalto la sua situazione. Ha masticato amaro e scaricato la rabbia negli allenamenti, ai quali si è sempre presentato puntuale.

Il lavoro paga: per Gianluca c'è stato prima il reintegro in gruppo, poi le prime convocazioni, quindi l'esordio a Catania, nel suo vecchio ruolo di ala destra (il giocatore è stato trasformato in terzino destro da Antonio Conte), fino all'impiego da titolare di domenica scorsa, quando Raggi ha dovuto alzare bandiera bianca nel riscaldamento pre-partita. A Genova Galasso ha svolto il suo compito senza sbavature di sorta, nonostante giocasse (per la prima volta) nel ruolo di terzino sinistro e dalle sue parti agissero brutti clienti (Koman e Guberti prima, Mannini poi).

Ventura ha sicuramente trovato, in un momento incredibilmente difficile dal punto di vista sanitario, un valido elemento in più. Le sirene di mercato parlano per gennaio di un Galasso sulla strada di Torino, sponda granata, ma non è difficile pensare a questo punto che il tecnico ligure decida di continuare ad avvalersi del calciatore, vista la grande professionalità da lui dimostrata.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 08 dicembre 2010 alle 10:30
Autore: Mauro Solazzo
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