Arrivato a gennaio tra lo scetticismo generale e una forma fisica ancora tutta da ritrovare, Gastón Pereiro è oggi uno dei pochi giocatori di proprietà rimasti al Bari. Un dettaglio non da poco, soprattutto in una rosa che fa ancora i conti con troppi prestiti e contratti in scadenza. Ma se il suo cartellino è stato acquisito a titolo definitivo, resta da capire se anche il suo talento verrà realmente trattenuto — e soprattutto valorizzato — nel nuovo corso firmato Fabio Caserta.

La domanda è legittima: Pereiro è un giocatore utile al gioco di Caserta? E, più in generale, può trovare spazio in un sistema come il 4-3-3, marchio di fabbrica del tecnico calabrese?

Il profilo dell’uruguaiano è chiaro: trequartista classico, mancino educato, ottima visione di gioco e quel tocco sudamericano che a Bari non si vedeva da un po’. Ma qui nasce il primo problema: il trequartista, nel modulo preferito da Caserta, non esiste. Il nuovo allenatore biancorosso chiede verticalità, corsa, inserimenti e aggressività in fase di non possesso. Pereiro, per struttura e caratteristiche, non è un corridore né un interditore, ma un giocatore che va messo in condizione di accendere la luce.

E allora dove potrebbe giocare? Le ipotesi sono due. La prima: da mezzala sinistra, in un centrocampo a tre, con compiti offensivi e licenza di alzarsi tra le linee. Un ruolo simile a quello che Zielinski aveva con Sarri ai tempi del Napoli. Ma per funzionare servirebbe un equilibrio perfetto accanto a lui: un regista ordinato e una mezzala dinamica a coprire. La seconda ipotesi: da esterno destro d’attacco, piede invertito, rientrando sul sinistro per cercare il tiro o l’imbucata. In quel caso, però, Caserta dovrebbe rinunciare alla profondità sulla fascia e compensare altrove in velocità.

In entrambi i casi, la squadra dovrà girare anche in funzione di lui, cosa che finora non è accaduta. La sensazione è che il Bari abbia in casa un potenziale valore aggiunto, ma che solo un impianto tattico flessibile e intelligente possa davvero esaltarlo. In una rosa dove mancano ancora certezze offensive e dove la fantasia scarseggia, Pereiro può diventare un’arma importante — ma solo se messo nelle condizioni ideali.

Altrimenti, rischia di restare quello che è stato negli ultimi mesi: un talento isolato, incompiuto, fuori dal cuore pulsante del progetto.

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 20 giugno 2025 alle 09:00
Autore: Enrico Scoccimarro
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