Nelle prime partite stagionali Filippo Costa non aveva sicuramente brillato, risultando tra gli elementi più criticati dalla piazza biancorossa. L'impatto con la Serie C è stato per certi versi traumatico: prestazioni e atteggiamento poco convincenti, molto lontano dagli standard sui quali lo si aspettava. In carriera il classe '95 aveva militato in Lega Pro solo con la maglia del Pisa nella stagione 2014/2015, un campionato assai diverso per caratteristiche e atteggiamento rispetto alle serie superiori.

Inizialmente una parte delle difficoltà erano legate alla condizione atletica (non ottimale) e modulo. La difesa a quattro, infatti, non era proprio nelle corde del ragazzo, che nelle precedenti stagioni si era specializzato proprio come esterno a sinistra nel 3-5-2 di mister Semplici alla Spal. Aver ritrovato questo atteggiamento al Bari lo ha agevolato nella sua rigenerazione, firmata Vincenzo Vivarini. Costa è riuscito ad integrare alle nuove idee di gioco del tecnico, le proprie dinamiche tattiche, perfettamente affinate a Ferrara. 

Il fattore decisivo è stato però il recupero mentale, a cui è stata sottoposta l'intera squadra. La fiducia nelle proprie potenzialità è fondamentale per potersi esprimere al meglio. Nelle prime uscite Costa era sembrato tecnicamente molto impreciso mentre dopo la trasferta di Francavilla è praticamente rinato. Nelle ultime tre vittorie Costa è sempre stato decisivo: una magnifica rete contro la Cavese, frutto dell'unione di determinazione e qualità superiori, ma soprattutto quattro assist. Un numero elevatissimo, il migliore della squadra, a dimostrazione della sua incisività in fase d'attacco.

Tanta corsa ed inserimenti di spessore, sempre di più caratterizzati da un mancino di un'altra categoria. Non a caso nell'ultima partita mister Vivarini ha ammesso di aver avanzato il suo baricentro per poter creare maggiore difficoltà agli avversari. Un'arma in più per la manovra e i rifornimenti per le punte. Fondamentale anche l'evoluzione nei calci piazzati (angoli e punizioni), le numerose palle sprecate nelle prime partite si sono trasformate in perfette pennellate per la testa dei suoi compagni. A prescindere dalle reti segnate da Di Cesare e compagni si è alzato notevolmente il tasso di pericolosità dell'intera squadra sulla palle inattive. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 17 ottobre 2019 alle 20:00
Autore: Gianmaria De Candia
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