Non è molto cavalleresco far del male ad una signora, figuriamoci alla vecchia del calcio italiano, magistrale nel realizzare imprese molto importanti. 

Il calcio è sport nobile, e la nobiltà si vede anche nel celebrare vittorie destinate ad entrare nella storia. Se poi Davide abbatte Golia, la pagina da scrivere è biblica. Il Galletto, spennato in tante occasioni dalla Juventus, ha alzato la cresta e si è ribellato. Non ha adoperato la fionda, ma l’astuzia figlia del gioco spumeggiante di Ventura, un allenatore che a Bari ha trovato l’amore, non solo calcistico, ma anche di vita.

Dicembre è mese di doni, la stagione sportiva 2009/10 è sublime per i colori biancorossi, e i Re Magi hanno le sembianze di Barreto, Meggiorini ed Almiron. Si gioca Bari-Juventus e proprio Sergio Bernardo Almiron da Santa Fe realizza la rete del definitivo 3-1 con cui il Bari annulla i bianconeri. Un modo per farsi perdonare il rigore procurato per fallo su Grosso, e clamorosamente fallito da Diego

Il Bari usufruisce di un calcio d’angolo, i difensori della Juventus allontanano di testa, ma in modo non efficace. Mauro Camoranesi arriva in ritardo, e la palla giunge ad Almiron. Regista straordinario, trequartista all'occorrenza, visione di gioco sempre puntuale, lascia partire un tiro da fuori, non tanto forte, ma abbastanza preciso da insaccarsi nell’angolo basso della porta difesa da Buffon

Almiron non esulta, è un ex, sedotto e, forse, abbandonato troppo presto dalla Vecchia Signora. Al di là di alibi e ragioni, senza scomodare De Gregori, resta la classe di un calciatore capitato a Torino nel momento sbagliato, ma sbarcato a Bari nella stagione giusta. Da uomo di classe, Almiron sa bene che non si deve mai irritare una signora, qualunque sia l’età. 

Sezione: Amarcord / Data: Dom 05 luglio 2020 alle 13:00
Autore: Raffaele Garinella
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