Ci sono storie immortali, che rimarranno per sempre nella memoria di chi le ha vissute e tramandate di generazione in generazione. Nel mondo del calcio l’eredità culturale è fondamentale per dare risalto a imprese storiche e dal carattere romantico, come quella compiuta dal Bari nella stagione 1989/90.

Già agli inizi del campionato l’entusiasmo della piazza è alle stelle. Dopo tre anni di assenza, i galletti sono riusciti a tornare in Serie A grazie al condottiero Gaetano Salvemini, che viene confermato sulla panchina biancorossa a patto di un potenziamento globale della rosa.

Dopo l’acquisto del difensore Massimo Brambati gli occhi cadono sul mercato sudamericano. Il Direttore Sportivo Francesco Janich sonda il terreno nei maggiori campionati transoceanici, riuscendo a portare in riva all’Adriatico il difensore argentino Nestor Lorenzo, oltre che il centrocampista del Palmeiras Gerson e l’attaccante Joao Paulo. Il primo si rivelerà ben presto una meteora, mentre i due carioca acquisiranno l’immortalità nella storiografia del galletto.

L’inizio di stagione non esalta la piazza barese, costretta a subire un’eliminazione nel secondo turno di Coppa Italia per mano dell’Atalanta. Il gioco salveminiano, però, entra ben presto in fase di rodaggio, incantando l’Italia intera con le giocate di uomini chiave come Pietro Maiellaro, Antonio Di Gennaro e i due talentuosi brasiliani. A dare solidità a quel gruppo ci pensano poi giocatori carismatici come Massimo Carrera e le due bandiere baresi Giovanni Loseto e Angelo Terracenere.

Nonostante le poche vittorie stagionali, il Bari ottiene risultati memorabili, come il pareggio a San Siro contro l’Inter o quello tra le mura amiche del Napoli di Maradona. Da ottobre a gennaio i galletti riescono a inanellare un filotto di dieci risultati utili, arrivando anche a ridosso della zona UEFA, che non riescono a toccare per una sconfitta al 90’ col Milan di Arrigo Sacchi. Nel girone di ritorno, la squadra viene frenata in alcune occasioni, chiudendo l’annata al decimo posto, a pari punti con la Lazio, che si piazza in nona posizione.

Finito il campionato, il Bari compete per la Mitropa Cup, trofeo storicamente più antico in ambito calcistico europeo, arrivando all'ultima gara. La finale si disputa il 21 maggio contro il Genoa allo Stadio della Vittoria, che celebra così l’ultima partita ufficiale dei galletti tra quelle mura prima del trasferimento nel nuovo Stadio San Nicola. Il gol vittoria di Carlo Perrone è un cioccolatino: l’esterno destro viene imboccato da una verticalizzazione di Terracenere che scavalca la difesa rossoblù, trovandosi così davanti al portiere avversario, superato con un cucchiaio impeccabile.

L’impresa è compiuta: il club biancorosso conclude la stagione nel migliore dei modi, conquistando il primo – e finora unico – trofeo internazionale della sua storia, salutando così lo storico Stadio della Vittoria.

Sezione: Amarcord / Data: Mar 22 giugno 2021 alle 00:00
Autore: Gabriele Ragnini
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