Ventura dirige saggiamente dalla panchina, Barreto esegue uno spartito perfetto, già collaudato durante le prove dell'anno precedente con Conte in panchina. Il Bari del 2009/10 è senza ombra di dubbio una delle formazioni biancorosse più belle ed amate di sempre in grado di imporsi sul palcoscenico nazionale per la velocità della sua manovra. "Per come gioca, non sembra una squadra italiana", ebbe da dire a riguardo l'allora calciatore del Milan Clarence Seedorf.

Ed il 14 marzo 2010 quella squadra si toglieva una delle tante soddisfazioni collezionate quell'anno, andando a vincere in uno degli stadi italiani più importanti, l'Olimpico di Roma. Di fronte una Lazio in cerca d'identità e spaventata dai pericolosi fantasmi dovuti ad una zona retrocessione pericolosamente vicina; d'altro canto i biancorossi navigavano tranquillamente a metà classifica, mantenendo aperta una finestrella su quella Europa League distante sei punti.

Dopo un primo tempo piatto e privo di emozioni, i biancorossi dilagarono: prima Sergio Almiron ribadì in rete sfruttando un errore in uscita di Fernando Muslera, poi Edgar Alvarez chiuse i conti con un fulmineo in contropiede. E nel finale la ciliegina sulla torta di Jean Francois Gillet, bravo nel parare un rigore calciato da Aleksander Kolarov.

Un successo rotondo e meritato, quello di una squadra biancorossa: il sogno europeo potè continuare almeno per altre due giornate, giacché i biancorossi si ritrovarono anche ad un paio di punti dall'accesso al secondo trofeo continentale. Un pensiero dolcemente cullato, spento poi da un finale di stagione sottotono, che però mai potrà cancellare le emozioni di quello che resterà uno dei migliori campionati del Bari in A.

Sezione: Amarcord / Data: Mar 19 maggio 2020 alle 11:00
Autore: Raffaele Digirolamo
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