Un biennio indimenticabile, in quelli che sono stati certamente gli anni migliori della storia recente del Bari, dal 2008 al 2010, caratterizzati dall'ultima promozione in A del club, seguita da una salvezza in massima serie, conquistata senza patemi. Daniele De Vezze, oggi quarantenne, racconta in esclusiva ai nostri microfoni i suoi ricordi di quelle stagioni: “Parlai prima con Ventrone, il top player dei  preparatori atletici di allora, poi con mister Conte. Mi coinvolsero nel loro progetto con i galletti. Dal punto di vista atletico, nel corso dell’anno ci fecero abituare al loro metodo di preparazione. Avevamo un’organizzazione di gioco splendida, coadiuvata da una tenuta e prestanza fisica importanti. Eravamo molto bravi tecnicamente, e contribuirono al trionfo anche gli arrivi di Guberti e Kutuzov, nel mercato di gennaio. Furono due scelte azzeccate della società. Perinetti indovinò gli acquisti, e ci fu una crescita da parte di tutti, perché ci eravamo ormai abituali alla mole di lavoro in allenamento. Eravamo un grande gruppo, e crebbe anche la reciproca conoscenza con i compagni e la familiarità con le loro caratteristiche sul campo. La partita fondamentale per noi, secondo me, fu proprio quella contro il Sassuolo, a Modena, l'8 marzo. Dovevamo vendicare il 3-0 subito all’andata, in casa. Loro in quell'occasione furono un po’ sbruffoni, e volevamo restituire il trattamento ricevuto. Segnai, in una gara che la squadra disputò in maniera perfetta. Da quel momento in poi, fu una cavalcata incredibile. Festeggiammo la promozione, il giorno di S. Nicola. Sembrava tutto scritto, ed è un’annata che resterà per sempre nel cuore della gente.”

Il successivo anno in A, con Ventura in panchina, cambiarono gli equilibri nello spogliatoio: “Lui è un grande allenatore. Giocai titolare le prime due, poi mi parlò. E mi disse che avrei avuto meno spazio, perchè la proprietà aveva investito su altri calciatori, nel mio ruolo. Ma, nel calcio, la base delle scelte dovrebbe essere la meritocrazia. Il nostro percorso fu fantastico, sul piano dei risultati, però, se lui non avesse avuto una preclusione nei miei confronti, avrei giocato di più. Scesi in campo solo 9 volte. Per come avevo iniziato la stagione, titolare a S. Siro con l’Inter e nella gara successiva, speravo di essere utilizzato di più. Ci fu poca rotazione, nella rosa. E quando sono arrivati gli infortuni o i cali di forma, chi aveva giocato meno non era pronto, sul piano fisico. Forse fu anche per questo che non centrammo l'Europa. A livello morale, e di rapporto interpersonale, Conte faceva sentire tutti importanti, Ventura no. Ma pare che agisca sempre in questo modo.”

Sull’attualità, il mediano ha le idee chiare: “Auguro al Bari di tornare al più presto nel massimo campionato. Credo che, prima di riprendere le competizioni, bisognerà risolvere la questione della quarantena, in caso di positività di un calciatore. Quanto ai playoff di Lega Pro, sempre che si giochino, i biancorossi avranno le loro chance. C’è un problema di condizione, che andrà gestito, e sarà complicato. Tre mesi di sosta si faranno sentire. Ma è una difficoltà che vale per tutte le compagini coinvolte.”

Il centrocampista, oggi protagonista nelle file della United Sly, che ha di recente trasferito la propria sede operativa a Trani, non si sbilancia sul suo futuro calcistico: “Mi piacerebbe proseguire quest’esperienza anche il prossimo anno. Si tratta di un progetto intrigante e vincente, con il quale collaboro ormai da due anni e mezzo. Attendo notizie in merito dalla società.”

Sezione: Amarcord / Data: Mar 16 giugno 2020 alle 16:00
Autore: Giovanni Gaudenzi
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