Venti presenze in biancorosso, nell’unica esperienza in B della sua carriera. Questi i trascorsi baresi di Giuseppe Pagana, da calciatore estroso trequartista, giunto in riva all’Adriatico nell’estate 2004, all’indomani della retrocessione in C dei galletti, per mano del Venezia, ai playout.

In esclusiva ai nostri microfoni, il quarantaduenne siciliano racconta: “Venivo da buone annate, con Paternò e Acireale. Mi volle mister Carboni, che mi aveva già cercato l’anno prima, quando allenava la Viterbese. Rifiutai Crotone e Triestina, per sposare il suo progetto. Quando venni contattato dalla società, già si sapeva che le possibilità di ripescaggio tra i cadetti erano molto alte. Così avvenne, e giocai la mia unica stagione in B. Firmai il contratto all’aeroporto di Venezia, quando ero già in viaggio per raggiungere i compagni in ritiro.”

I ricordi del “Maradona dell’Etna”, come era chiamato dai suoi più accesi sostenitori, non si fermano qui: “Bari per me fu un’esperienza bellissima, eravamo un gran bel gruppo, ed una squadra di ottime individualità. Nel girone d’andata giocai parecchio, nel mio ruolo naturale, a supporto delle punte. Poi, il mister cambiò modulo, e trovai meno spazio, come centrocampista di sinistra. Fino a stagione inoltrata, comunque, potemmo coltivare ambizioni playoff, in una serie cadetta di prestigio, con club come Empoli, Torino, Genoa. Arrivammo allo scontro diretto con i rossoblù, dopo 3 vittorie consecutive, e Matarrese ci promise un premio, in caso di vittoria. Perdemmo 2-1, con un rigore inesistente, concesso ai liguri negli ultimi minuti e realizzato da un certo Milito. Il Presidente, che aveva visto la partita, riconobbe comunque l’impegno di tutti, e decise di premiarci ugualmente. Fu un gesto stupendo, che non ho mai dimenticato. Ad ogni modo, ci salvammo con anticipo, rispettando i programmi di inizio stagione.”

Oggi l’ex centrocampista è uno degli allenatori più stimati della serie D. Siede sulla panchina dell’Acireale, dopo essere stato premiato per tre anni di fila come miglior coach dei campionati dilettantistici, per i risultati conseguiti alla guida del Troina, formazione del suo paese natale. Con i biancazzurri, due salti di categoria in 3 anni, dalla Promozione in D, ed una C sfumata solo allo spareggio, ai calci di rigore, nel 2018: “Il mio sogno resta quello di tornare al S. Nicola, magari proprio sulla panchina dei biancorossi. Non è detto che, un giorno, non accada. Quanto al campionato in corso, secondo me riprenderà solo la serie A, per ragioni legate ai diritti televisivi. Le altre categorie non hanno i mezzi, logistici ed economici, per concludere sul campo l’annata. Gli atleti continuano ad allenarsi a casa, in attesa che si trovi una soluzione. Ma la salute viene prima di tutto.”

Sezione: Amarcord / Data: Mar 21 aprile 2020 alle 23:00
Autore: Giovanni Gaudenzi
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