La salvezza del Bari ha del miracoloso. Ha il volto meraviglioso e nobile di Valerio Di Cesare. Capitano, nostro capitano. A 41 anni si é caricato il Galletto sulle spalle e, come William Wallace, patriota scozzese, ha conquistato quella libertà tanto attesa dopo una stagione in cui il tono dell’umore dei tifosi biancorossi ha toccato davvero il fondo.

Felicità, benedetta felicità. Possiamo finalmente sprigionarla in tutta la sua meravigliosa essenza. Un po’ lo avevamo fatto dopo il golazo del Capitano, e ancor di più dopo il raddoppio di Ricci. Ci siamo lasciati andare definitivamente al tris di Sibilli, un altro che quest’anno ci ha messo tutto sé stesso. Ma se la felicità deve inebriarci, la razionalità non può abbandonarci. Il Bari non può e non deve più vivere un’altra stagione come quella andata vivaddio in archivio. Troppi errori di programmazione, scelte sbagliate di allenatori e calciatori, hanno rischiato fortemente di vanificare quanto di buono la società aveva costruito negli ultimi anni. Inutile tornarci, a Bari é bene voltare pagina e pianificare la prossima Serie B con anticipo e con qualche nuovo dirigente. 

Naturalmente dopo aver ringraziato chi ha contribuito alla salvezza, l'obiettivo minimo - e vorremmo vedere - stagionale. E allora é bene sottolinearlo ancora una volta, ancora più marcatamente: Bari é piazza da Serie A. Siamo di Serie A, diceva il compianto e indimenticabile Vincenzo Matarrese a un Luciano Gaucci inviperito e stizzito al termine di un celebre Perugia-Bari. Siamo di Serie A, diciamo e scriviamo noi al termine di un celebre Ternana-Bari. E la felicità non deve latitare. Dev'essere l’arma in più, sempre e comunque. E non una boccata d’ossigeno quando si é davvero a un passo dall’inferno della Serie C.  

Sezione: Copertina / Data: Ven 24 maggio 2024 alle 09:00
Autore: Raffaele Garinella
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