Bari mugugna e rumoreggia, il presidente no. Anzi. Il numero di via Torrebella è saldamente trincerato nel suo silenzio, che dura ormai da mesi. Nemmeno la salvezza, conquistata in extremis sul campo della Ternana, è riuscita a spingere il numero uno biancorosso dinanzi ai microfoni. Eppure, qualcosa da dire ci sarebbe stata. Sulla gara, sul risultato, sulla stagione, sulle prospettive legate al prossimo futuro.

Abbracciato il capitano negli spogliatoi dello stadio 'Liberati' di Terni,  Luigi De Laurentiis ha fatto nuovamente perdere le sue tracce. Ad oggi, nessun avvistamento, ne dichiarazione. Nel mentre, il popolo biancorosso ha messo a referto la (scontata) separazione dal diesse Polito e la nomina di Valerio Di Cesare (eroe indiscusso della scorsa stagione) a dirigente senza portafoglio. Un po scarno come bottino, un po poco dopo il pochissimo visto - in campo e fuori - durante la stagione da poco conclusa. Decisamente incoerente con la necessità (che c'è) di ricostruire quanto prima una squadra da capo a fondo. Una squadra ancora orfana di un direttore sportivo e di un nuova allenatore, a cui manca, evidentemente, anche e soprattutto un vero presidente, una vera missione.

Aurelio è stato chiaro. Nelle scorse settimane, seppur con discutibilissima eleganza, il patron ha lasciato intendere quello che, in verità, si è sempre percepito: le questioni del Bari non sono prioritarie come altre (inutile fare riferimenti). Adesso, senza cadete e scadere in valutazioni banali ma assolutamente importanti e condivisibili (Bari non è seconda a nessuno, la sua tifoseria merita assoluto rispetto, ecc...), ci pare lecito immaginare che l'attuale proprietà non abbia a cuore le sorti e le ambizioni di una piazza oggi offesa dall'atteggiamento dei De Laurentiis, padre ma soprattutto figlio, passato dai panzerotti della signora Franca (ricordate?) all'evidente lontananza.

Parlare di obiettivi e ambizioni pare ora davvero fuori luogo. A due mesi dall'inizio del prossimo torneo, il Bari è ancora fermo al palo. In tutti i sensi e in più comparti. Quello tecnico, da rifondare, aspetta di conoscere il nuovo diesse oltre al nuovo tecnico, a cui andrà l'onere di costruire una squadra all'altezza del campionato che si andrà ad affrontare, pena il rischio di (ri)vivere le angosce appena passate. Sul versante societario, invece, si attendono i primi cenni di vita, vitalità e interesse. Per 'legge', bisognerà convivere ancora per un po. Tanto vale farlo in maniera rispettosa e signorile. Una tifoseria come quella biancorossa merita di essere trattata con rispetto ed educazione. Poi, solo dopo aver ripristinato e palesato questi principi, si potrà tornare a discutere di altre faccende, come la mediocrità a cui, purtroppo, ci si sta nuovamente abituando. 

Sezione: Copertina / Data: Gio 13 giugno 2024 alle 21:00
Autore: Andrea Dipalo
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