Regna l’amarezza, la delusione e lo sconforto tra i tifosi biancorossi. A causa di un campionato non all’altezza, in tutto l’ambiente c’era certamente grande cautela ed un po’ di disillusione in vista dei play-off, ma un’eliminazione quasi impensabile per mano della Feralpisalò non ha fatto altro che consacrare una stagione fallimentare. È tempo, dunque, di salvare il salvare - davvero poco a dir la verità - e ripartire al più presto, facendo tesoro dei troppi errori commessi in questi mesi tribolati.

Gli occhi della critica sono già puntati verso la proprietà, rea un’estate fa di essere partita in ritardo nel programmare, correndo soprattutto l’enorme rischio di una rivoluzione tecnica che non ha portato alcun frutto, anzi sembra aver peggiorato la situazione. Una colpa, peraltro, ammessa dal presidente Luigi De Laurentiis lo scorso 25 marzo, quando parlò della scelta di non andare avanti con la squadra allora allenata da Vivarini, per via di un ipotetico scotto della finale persa a Reggio Emilia. Impossibile sapere se optare per la continuità, con qualche innesto utile, avrebbe modificato le sorti di questa annata. Quel che è sicuro, invece, è che proprio stavolta una rivoluzione è inevitabile.

A differenza dell’anno passato, in cui il Bari scivolò soltanto all’ultimo scoglio dopo aver racimolato ben 27 risultati utili consecutivi, questa seconda parte di stagione si è rivelata un crollo lento ma inesorabile. Ogni certezza è stata smarrita, ecco perché quello stesso coraggio di ricominciare da zero dovrebbe essere riproposto con maggior logica anche adesso, in cui sono ormai pochi gli elementi su cui fare affidamento.

“Non credo che questo sia un gruppo totalmente da cambiare. Ci siamo messi insieme strada facendo, il tempo è stato tiranno”. Con queste dichiarazioni nel post-gara di Bari-Feralpisalò, Auteri ha espresso il suo pensiero sull’ipotesi rivoluzione. Probabilmente ha voluto difendere il proprio lavoro, ora in bilico, ma non sono parse affatto parole condivisibili, date le numerose occasioni sprecate da un gruppo evidentemente sopravvalutato.

Un forte e deciso scossone dovrà pur esserci. In questo senso, fa ben sperare il chiacchiericcio sui nomi per il prossimo direttore sportivo. Nonostante il nuovo silenzio societario, che torna a far paura, qualcosa sembra muoversi più celermente. Lo svincolo dall’Ascoli di Ciro Polito, che ha rinunciato ad un contratto fino al 2023 malgrado la splendida rimonta salvezza compiuta in Serie B, non è un caso. Ancora presto per dire se sarà lui il prescelto. Ciò che è essenziale, però, è che si pongano subito le basi per un progetto serio, che non potrà iniziare senza questa figura dirigenziale.

Sezione: Copertina / Data: Ven 28 maggio 2021 alle 19:30
Autore: Gabriele Bisceglie
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