Partiamo dalla fine, ovvero dagli applausi che hanno accompagnato i giocatori biancorossi all'uscita dal campo dopo il netto, meritato e divertente 3-0 inflitto al Cesena, vittima sacrificale sull'altare di un Bari a tratti sontuoso.
Al triplice fischio finale del match, tutti in piedi ad omaggiare una squadra che ha dimostrato qualità e carattere per tutta la durata dell'incontro. Idee chiare, spiccata identità offensiva, rispetto dei ruoli e dello spartito tattico richiesto dal mister. Ecco, il Bari è sembrato un'orchestra capace di suonare a memoria le note del suo maestro, tale Fabio Grosso. Giovane sì, ma evidentemente capace e conscio dei propri mezzi. Per conferma, vedere il secondo gol (a firma di Galano) per capire quanto di buono c'è nelle idee calcistiche dell'ex Juventus, che vuole sempre che sia la sua squadra ad avere il pallino della manovra: fraseggi corti e veloci ma anche giro palla ragionato. I terzini, poi, che lavoro: sembrano eurostar incapaci di fermarsi. Sì, è stato davvero un bel Bari. Come non lo si vedeva da tempo immemore. Almeno, sotto il profilo squisitamente tecnico, del gioco.
Grosso se la ride senza baffo: la sua squadra, in meno di due mesi e dopo tanto lavoro, sta conquistando tutti, scettici e detrattori (ove vi siano) compresi. In silenzio, senza fronzoli o proclami. Un tecnico che ha probabilmente capito che a Bari sopravvivi se anteponi il lavoro ai riflettori, spesso invadenti ma non per questo importanti quanto, appunto, i risultati. Se questi poi arrivano così, dispensando bel calcio, c'è da essere tutti più sereni e soddisfatti.
Sogliano se la gode, e fa bene. Anche se starà già pensando a come migliorare un organico apparso già all'altezza. Lui si ferma poco a sorridere, ma dovrebbe regalarsi una bella pacca sulle spalle: se oggi il Bari sembra una macchina da corsa lanciata verso grossi obiettivi, il merito è principalmente suo. In fondo, è stato lui (non senza scatenare le solite polemiche) a scommettere sull'inesperto Grosso, assecondato e accontentato anche sul mercato. I giocatori arrivati sin qui sono stati infatti tutti benedetti dallo stesso allenatore, che ha scelto le pedine in base alle sue necessità tecnico-tattiche. Nessun nome a caso, nessuna prima donna: solo operai dalla tecnica pronunciata, propensi a sposare e recitare un copione da oscar. Almeno sinora.
Autore: Redazione TuttoBari
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