Ufo. Oggetti volanti non identificati. Anzi, no. Perfettamente riconoscibili. Perché famosi, perché appartengono alla speciale pattuglia che ha giocato in A con il Bari e che oggi dà lustro all’Eccellenza pugliese. La «Gazzetta» ha sentito quelli che giocano nelle squadre baresi della «Premier League» di Puglia. Carlo Cardascio, Giovanni Indiveri, Roberto Paris e Nicola Strambelli. Quattro storie diverse. Nicola Strambelli è il più giovane. L’esordio nella massima serie in biancorosso ha coinciso, la scorsa stagione, con la retrocessione in B del Bari: «Rimpianti? Nessuno. Alla fine, è sempre calcio. Basta essere professionisti e professionali». La gioia più grande? «Il gol col Bari a Verona, il primo anno della serie B - dice il calciatore il forza al Liberty Monopoli -. Mi dispiace per la coppa persa al San Nicola col Bisceglie (formazione in cui milita un altro “galletto”, Gigi Anaclerio). Mi sarebbe piaciuto vincerla, in quello stadio, poi».

Trentadue anni a novembre, Carlo Cardascio ha giocato in A col Bari nel 1998: una presenza, 3 in B quattro anni dopo. «Differenze con i professionisti? Poche. Diciamo che cambiano gli scenari. A calcio sanno giocare, eccome, anche qui». Cardascio ha vissuto un’esperienza nella serie A belga, a Mons. «Mi sentivo a casa mia. Pensate che a Bruxelles, lì vicino, andavo a mangiare in un ristorante gestito da un barese del San Paolo. Si chiama “La Puglia”». Monopoli o Bisceglie? Secondo Cardascio, oggi al Terlizzi, «un po’ più Bisceglie, mi sembra più vivo».

Il parere di Roberto Paris è invece pro Monopoli. «Hanno il campionato in mano». L’esperienza a Molfetta non l’ha lasciato soddisfatto. A Trani è andata meglio. «A Noicattaro va benissimo. Un bell’ambiente, con Langiulli e Divella, un allenatore (Angelo Sisto) che conosco da sempre». Laviano o Moscelli? Per il 33enne difensore che ha esordito in A con Fascetti nel ‘97/98, non ci sono dubbi: «Moscelli. Il centravanti del Bisceglie sa essere imprendibile e si è calato alla perfezione tra i dilettanti». Come Paris. Conferma Angelo Sisto, tecnico del Noicattaro: «Un professionista perfetto, un esempio per tutti, soprattutto per i più giovani». Il rimpianto di Paris? «Quando Fascetti mi ha fatto esordire sono andato sotto le armi. Non si può giocare in A allenandoti solo al fine settimana. Ma ho giocato in contesti importanti. E in Eccellenza si possono ricavare grandi soddisfazioni». Non solo morali. Questa è gente che fa del calcio il lavoro da cui vivere. «Cerchiamo di essere professionisti a tutto tondo - dice Giovanni Indiveri, 37enne portiere monopolitano in forza al Locorotondo -. Quando mi sono accorto che qualcosa stava andando storto? Fascetti mi fece giocare 5 volte in A, sbagliai la partita con la Roma». In seguito sono arrivate le grandi soddisfazioni, a cominciare da Cesena e dalla promozione in B. Indiveri è molto perplesso sull’utilizzo dei portieri juniores: «Bisognerebbe introdurre una regola che esonera il ruolo. Si rischia di bruciare intere generazioni. Perché anche in Eccellenza si gioca ad alti livelli.
E un portiere di 18-19 anni non è, non può essere maturo. A meno che non si chiami Buffon».

Sezione: Gli ex / Data: Sab 14 gennaio 2012 alle 16:00 / Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno - ed. 13/1/2011
Autore: Gaetano Nacci
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