Il Bari nelle mani di Contini: è il 38esimo capitano dal dopoguerra

Da un grande potere derivano grandi responsabilità. Una regola che vale anche nel calcio, specie quando si rappresenta la propria squadra in qualità di capitano. Compito che nel prossimo campionato cadetto spetterà a Matteo Contini, giunto alla seconda stagione con la maglia biancorossa. L'ex centrale di Atalanta e Juve Stabia sarà non solo il trentottesimo giocatore del Bari dal dopoguerra ad indossare la fascia, ma anche il terzo dell’era Paparesta (dopo Defendi e Caputo) e l'undicesimo nel ruolo di difensore: un traguardo già raggiunto da gente del calibro di Garzya, De Rosa, Sibilano, De Trizio, Pietrasanta, G. Loseto, Neqrouz, Spimi, Muccini e Ricci.

I BARESI VERACI – Il centrale difensivo di Varese eredita quella che fu la fascia di Francesco Caputo, altamurano doc. Prima di lui, altri sette giocatori di Bari e provincia hanno indossato la fascia in precedenza: si tratta dei difensori Emiliano Bigica (uno dei più giovani di sempre, dal 1993 al 1995), Antonio Bellavista (nativo di Bitonto, negli anni duemila), Lorenzo Sibilano, Giovanni Loseto ex recordman di presenze) del centrocampista Totò Lopez (amato protagonista del doppio salto dalla C alla A) e dell’attaccante Biagio Catalano, negli anni ’60 ribattezzato da L’Equipe il Sivori del Sud.

CAPITANI DI LUNGO CORSO - Oltre a Loseto (318 presenze), il Bari nella sua storia ha potuto vantare altri capitani longevi. E’ il caso del fiorentino Mario Mazzoni (313 presenze), a Bari per dieci anni dal 1953 al 1963 o di Spimi, in Puglia dal 1969 al 1976 e simbolo dell’ultima parte dell’era De Palo: un vero e proprio veterano, rimasto in biancorosso sia negli anni della A che in quelli dei campi polverosi in Serie C. Degni di nota sono anche i casi di Carlini (recordman di presenze del Bari nella massima serie, con 179 presenze) e del belga Jean Francois Gillet (a Bari dal 2000 al 2011, il più presente con 353 partite disputate coi galletti).

GLI STRANIERI - Piuttosto folta risulta essere anche la legione straniera di giocatori poi diventati capitani. Gillet a parte - irraggiungibile per numero di presenze - le loro comparsate in biancorosso sono state poche ma intense: basti pensare al regista Daniel Andersson (capitano nel 2000/01), ai centrocampisti Thomas Doll (leader nell’annata 1996/97, coincisa col ritorno in A), Klas Ingesson (nella stagione 1997/98), al difensore Neqrouz (capitano nel 2002/03, a Bari dal 1997) e a David Platt (autore di 11 gol in 29 presenze, stagione 1991/92).

AMATI E VINCENTI – Nonostante il Bari non vanti all’attivo molti trofei, è possibile trovare dei capitani rivelatisi determinanti nel raggiungimento di promozioni e non solo. Il caso più ecclatante è certamente rappresentato da Carlo Perrone, che ebbe l’onore di sollevare da capitano la Mitropa Cup del 1990, unico trofeo vinto dai galletti in 107 anni di storia. E non da meno, sempre in quegli anni, fu la coppia Monelli – Maiellaro (capitani rispettivamente nel 1989/90 e nel 1990/91), esempio di raro connubio di estro e fantasia. Da non dimenticare, infine, anche capitan Di Gennaro (stagione 1988/89), Bruno Cicogna (tra gli artefici della promozione in A del 1962/63) e Carmelo Bagnato, leader del Bari dei Baresi allenato da Catuzzi nel 1981/82.