Federico Masi sa bene cosa significhi essere un giovane di talento nel calcio italiano. Cresciuto nella Fiorentina, esordiente in Champions con Prandelli, poi le stagioni a Bari nella prima squadra, più volte nei radar delle Nazionali giovanili, ha vissuto da dentro il meccanismo che spesso si inceppa. Ai microfoni di TuttoBari, Masi ha raccontato la sua esperienza con onestà e profondità, offrendo uno spunto prezioso: non basta il talento, serve un sistema che dia davvero fiducia ai giovani. E invece, troppo spesso, li manda in giro "a farsi le ossa", togliendo loro il tempo e lo spazio per crescere davvero.

“Abbiamo questa cultura del farli andare in giro. Ma uno se le può fare pure con la prima squadra del centro giovanile dove è cresciuto. Gli stranieri li facciamo giocare subito, anche se sconosciuti, mentre un italiano dell'Under 20 lo mandiamo in prestito. Dovremmo rivedere questa cultura”. Parole dirette, che vanno dritte al cuore di uno dei problemi più grandi del calcio italiano.

La sua esperienza a Bari resta un ricordo positivo: l'esordio al San Nicola, nel 2012 contro il Varese, è ancora oggi una delle immagini più vive nella sua memoria.

Masi ha parlato anche del legame tra società e tifoseria: “Non può non esserci. Il calcio è passione, è quello che ti fa comprare la maglia, andare allo stadio. Dev’essere un legame sano, ma deve esserci. È il motore di tutto”.

E sul tema della multiproprietà, pur non condannandola in assoluto, ha fatto una distinzione chiara: “Che sia multiproprietà o meno, l'importante è la gestione. Deve portare risultati sportivi e soddisfazione a chi lavora e a chi tifa”.

Guardando al Bari, crede fortemente che la piazza abbia le potenzialità per tornare grande. “Ci sono tutte le carte in regola. Serve solo tempo e un progetto serio. La proprietà dei De Laurentiis mi sembra solida, seria, non un fuoco fatuo. Spero che ci credano davvero anche su Bari.

Oggi Federico Masi è un avvocato, ha collaborato con la Federazione Italiana Rugby e ha scelto un percorso fuori dal campo, almeno per ora. Ma lo ripete più volte: la passione per il calcio è intatta. E il suo sguardo, lucido e profondo, è quello di chi sa cosa significhi cadere, ma anche come ci si rialza davvero.

Sezione: Esclusive / Data: Mer 25 giugno 2025 alle 11:30
Autore: Enrico Scoccimarro
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