Il “nuovo Nesta” a Stamford Bridge. Venne accolto più o meno così, nell’estate del 2001, il passaggio oltremanica di Valerio Di Cesare, acquistato dal Chelsea. L’attuale capitano del Bari, all’epoca gioiellino della Lazio Primavera vincitrice dello scudetto, finì a Londra, non senza le immancabili polemiche da parte della società capitolina, che accusò i procuratori dell’allora diciottenne di aver messo in atto una vera e propria “mascalzonata” di mercato.

Di Cesare, in Inghilterra, firmò un quinquennale, ma in realtà restò per due stagioni e mezza. Inizialmente giocò, con buoni risultati, nella compagine riserve dei blues, ma venne ben presto portato da mister Claudio Ranieri ad allenarsi con la prima squadra. Il tecnico italiano, il 20 settembre del 2001, lo portò anche in panchina, nello stadio londinese, nel match di Coppa Uefa tra i suoi ed il Levski Sofia, terminato 3-0 per i britannici, con doppietta di Gudjohnsen e rete di Lampard.

Quella sera, in campo con la casacca blu, c'erano Gallas, Terry, Zenden e Zola. Assente, lo squalificato Hasselbaink. Nel triennio trascorso con i colori della società oggi di Abramovich, Di Cesare non riuscì a racimolare presenze in Premier League o in Coppa inglese, né nelle competizioni europee, complice anche un grave infortunio che lo colpì dopo circa un anno dal suo approdo nel Paese, con la rottura del ginocchio che lo tenne lontano dai campi per i successivi 7 mesi. Una sfortuna, per un giovane alla prima esperienza tra i professionisti, in un organico che, nel suo ruolo, poteva contare su gente come Desailly e Terry, senza contare la presenza in rosa di Bogarde.

Nel biennio successivo, comunque, Di Cesare continuò ad allenarsi sempre con questi grandi campioni, per poi giocare, la domenica, nel campionato riserve. Un’esperienza comunque importante, per il calciatore romano, allora appena maggiorenne. Poi, a gennaio 2004, visti gli spazi ristretti nella rosa londinese, la scelta di tornare in Italia, all’Avellino, dopo un periodo di prova al Brentford ed al Como.

Per l’attuale capitano del Bari, queste annate al Chelsea rappresentarono, in ogni caso, un passaggio fondamentale della carriera, a livello di crescita personale e professionale. Un ricordo certamente piacevole, per lui, aver indossato la maglia numero 19 di un club tanto glorioso.  

Sezione: News / Data: Gio 02 dicembre 2021 alle 20:30
Autore: Giovanni Gaudenzi
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