Il 16 luglio 2018 moriva il calcio a Bari. 110 anni di storia venivano cancellati ed un’intera città veniva derubata della propria passione, del proprio senso di appartenenza, di un legame che appariva indissolubile e che invece alcuni soggetti hanno calpestato senza alcun rispetto. Una situazione debitoria molto pesante, la mancata ricapitalizzazione, ponevano fine al calcio a Bari.
Una città che vive di pane e pallone. Pertanto, grazie anche all’aiuto del primo cittadino Antonio Decaro ci si mise subito all’opera per cercare un nuovo presidente a cui affidare le redini della nuova società. Ripartire da 0, dalla serie D per una città come Bari, che nella sua storia ha partecipato a 30 campionati di serie A è stato un vero e proprio incubo.
Come accade nella vita di tutti i giorni è proprio nei momenti difficili che bisogna rimboccarsi le maniche, e così tutta la tifoseria biancorossa - mostrando un attaccamento ed una passione che non conosce categoria - si strinse accanto al proprio Sindaco.
Impossibile dimenticare il bagno di folla accorso al vecchio stadio Della Vittoria per un confronto sulle linee guida da seguire per la scelta del nuovo Presidente e le parole espresse con le lacrime agli occhi di Antonio Decaro: “L’amore per la squadra della nostra città dobbiamo custodirlo come se fosse un tesoro, la basilica, la cattedrale, il Petruzelli perché questo è un pezzo dell’identità della nostra città, Forza Bari sempre il calcio non finirà in un pomeriggio di Agosto del 2018, il calcio a Bari continuerà per sempre…”
E così il titolo sportivo fu affidato alla famiglia De Laurentiis e la gestione del club al figlio di Aurelio, Luigi De Laurentiis. L’imprenditore cinematografico romano inizialmente era molto titubante nell’affrontare questa nuova avventura, ma il calore di una piazza che non conosce rivali, contribuì a fargli accettare questa nuova sfida.
La nuova società denominata SSC Bari si trovò a fare i conti inizialmente con tante difficoltà. Rinascere significava partire da 0. Mancava tutto dalle attrezzature alle maglie da gioco. Non è stato facile assemblare una squadra in grado di centrare subito il salto di categoria. E’ stato ancora più difficile calcare campi del tutto sconosciuti ed affrontare una realtà completamente nuova. E’ stato difficile per i calciatori, per i tifosi e per tutti gli addetti ai lavori. La vittoria del girone I per quanto non sia mai stata in discussione è stato il primo traguardo raggiunto dalla nuova proprietà. Anche in serie D non è mai mancato il sostegno dei supporters biancorossi. Settemila abbonati, più di diecimila presenze in media nella partite casalinghe è la dimostrazione di una passione che non conosce confini. Gli stessi valori che hanno spinto alcuni calciatori abituati a ben altri palcoscenici ad accettare la ripartenza da un campionato dilettantistico. Uno su tutti Ciccio Brienza, capitano ed idolo della tifoseria biancorossa e poi Di Cesare e Simeri protagonisti della cavalcata dalla D alla B.
Il biennio 2019-2020 e 2020-2021 non lascerà invece grossi ricordi. Figlia di innumerevoli scelte sbagliate, di cambi di allenatori, giocatori, direttori sportivi, ed una gestione societaria quasi dipendente da quella napoletana porterà nuovamente nello sconforto la piazza barese. Cocente la delusione della finale play-off persa contro la Reggiana.
Proprio quando tutto sembrava perduto, ed una parte della tifoseria incominciava a chiedere il disimpegno della famiglia De Laurentis, ecco arrivare la svolta che avrebbe deciso le sorti dei galletti. La scelta di Ciro Polito come direttore sportivo è stata la chiave del successo. Una gestione societaria non più filo Napoli ma made in Bari. E come nei successi targati Matarrese, Perinetti e Antonio Conte ecco formarsi una nuova triade composta dal Presidente Luigi De Laurentiis, il direttore sportivo Ciro Polito ed il tecnico Michele Mignani. Tre uomini giovani ed affamati di successi che hanno contribuito a far remare la barca nella stessa direzione e portarla in porto grazie ad un gruppo squadra che è stato sempre sul pezzo.
Una cavalcata trionfale seppur con qualche intoppo come giusto che sia in un girone molto difficile come quello meridionale. L’approdo in serie B non è un punto di arrivo bensì un punto di partenza. La serie A è l’obiettivo da centrare per blasone e appartenenza. Lo merita la città, lo meritano i tifosi, sempre vicini alla propria squadra e mai falliti. "Il cammino continua. Il meglio deve ancora venire", le parole espresse dal sindaco Antonio Decaro durante la festa promozione.
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