L'essenza del calcio: pochi sport come questo riescono a riassumere e sintetizzare pragmaticità e bellezza, utilitarismo volto a raggiungere la vittoria e sregolatezza in grado di entusiasmare ed emozionare. Nella storia, infatti, non entra solo chi si dimostra in grado di conquistare trofei, ma anche quei gesti e quelle giocate in grado di divertire ed entusiasmare il pubblico.

Il pallonetto con cui Simone Simeri ha chiuso la sfida contro il Locri, domenica scorsa, è soltanto l'ultima delle magie che hanno accompagnato la stagione biancorossa e la cavalcata della squadra di Giovanni Cornacchini verso la Serie C. Grandi giocate individuali o corali azioni di squadra, come l'uno-due fra Roberto Floriano e Luigi Liguori (autore dell'assist di tacco), che ha portato alla rete del raddoppio del Bari contro l'Igea Virtus. Ed ancora la grande giocata del numero sette, che ha sbloccato la gara contro la Nocerina a pochi secondi dal fischio d'inizio.

A questa festa, però, non hanno partecipato solo gli attaccanti: fra le prodezze stagionali rientra senza dubbio il gran tiro con cui Valerio Di Cesare ha deciso la delicata trasferta in casa del Rotonda, oppure la prodezza dalla distanza di Christian Langella, in grado di battezzare l'angolino alto e chiudere i conti nella sfida contro il Gela.

Giocate di grande fattura, simbolo di un Bari che non mira esclusivamente all'obiettivo, ma che è anche in grado di sprigionare bellezza. E questa, nel calcio come della vita, è importante almeno quanto il raggiungimento del risultato.

Sezione: Focus / Data: Gio 21 febbraio 2019 alle 16:00
Autore: Raffaele Digirolamo
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