Per il Bari è la vigilia dell’esordio in campionato. A distanza di oltre tre mesi dallo scialbo pareggio con la Feralpisalò, i titoli di coda di una stagione fallimentare, la voglia di rifarsi e mettersi alle spalle le ultime cocenti delusioni è immensa. L’eliminazione subita dalla Fidelis Andria ha certamente fatto rivivere vecchi fantasmi, ma la forte speranza è che, rispetto alla Coppa Italia di Serie C, già dalla trasferta di Potenza si possa tirar fuori il massimo per realizzare l’agognato sogno Serie B.
A partire dal ritiro a Lodrone di Storo non sono mancati i problemi e le difficoltà causate dal focolaio Covid-19. Poi ha fatto il paio un calciomercato, ormai vicino al gong finale, ancora in via di definizione per colpa degli esuberi mostratisi titubanti anche su quelle (poche) offerte adeguate. Nonostante tutto, però, il Bari può e deve comunque contare su undici armi per tentare l’impresa di vincere il girone C.
Il primo nome risponde a Ciro Polito, il vero direttore d’orchestra di questo Bari. Fin dalla sua presentazione il dirigente napoletano ha messo subito in chiaro le sue intenzioni. Alle semplici parole sono seguiti i fatti, con scelte decise e spesso controcorrente, di cui si è assunto interamente la responsabilità, e con acquisti degni di nota. L’assenza del diesse ha pesato enormemente nel periodo tra febbraio e giugno. Adesso, invece, la sua presenza e personalità si sente eccome: non tutte le idee di mercato - per la prima volta in regime di spending review - saranno portate a termine, ma Polito vorrà vedere gli occhi della tigre in ogni galletto.
A proposito di galletti, in campo toccherà indubbiamente a loro avere la meglio sugli avversari. Non sono pochi quelli che hanno il dovere di riscattare un’annata sottotono. In porta c’è Pierluigi Frattali, che senza Marfella ha visto rafforzarsi maggiormente la sua posizione da numero uno. Davanti a lui spicca il capitano Valerio Di Cesare che, malgrado i progetti iniziali, al momento ricopre il ruolo di titolarissimo con le sue 38 primavere, che vorrà nascondere a suon di esperienza e leadership. Mai come in questa estate Mirco Antenucci è stato criticato dai tifosi, ma è l’ennesimo senatore che ha ribaltato i pronostici, trasformando l’ipotesi addio in un rinnovo fino al 2023. Ora desidera tornare sui suoi livelli, superiori alla media dei bomber della Serie C, perché dopo aver toccato il fondo con il Bari può soltanto risalire.
Altre armi da sfruttare figurano a centrocampo, purtroppo incompleto ma a caccia di un regista, e in attacco. Il reparto mediano fa leva su Mattia Maita, chiamato a ripetersi sulla falsariga dello scorso anno, e si rinforzato con Andrea D’Errico, che da mezzala fa valere la propria corsa, carisma e tecnica. Stessa qualità in zona trequarti con Rubén Botta, Manuel Marras e forse pure il jolly Nicola Citro a contendersi il posto. Il ritorno di Simone Simeri, che smania di riprendersi Bari, e la freschezza di Walid Cheddira promettono gol alternativi al solo Antenucci.
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