Correva l'anno 2011 quando Antonio Conte si sedeva sulla panchina della Juventus. In molti avevano storto il naso, pensando alla poca esperienza di un tecnico che in Serie A non aveva praticamente mai allenato. A parlare però sono stati, come sempre, i risultati e soprattutto i numeri da record ottenuti dall’ex tecnico del Bari. Con i bianconeri sono arrivati infatti tre scudetti e due Supercoppe. Successi che sono arrivati dopo uno dei periodi più neri nella storia della Vecchia Signora. Insomma, non si esagera se si dice che il nativo di Lecce è stato l'uomo della rinascita e dell'inizio di una serie di trionfi. Eppure, il rapporto non è finito nel migliore dei modi, con delle dimissioni e con tanti strascichi polemici.

Dopo la Juventus è stato tempo dell'avventura in nazionale. Conte ha trascinato gli azzurri a una semifinale sfiorata e persa ai rigori contro la Germania. Una cavalcata che ha fatto entusiasmare per spirito, carattere e coraggio di una squadra, che pur non avendo un tasso tecnico elevato e mettendo in mostra dei limiti, dava tutto e provava anche ad andare oltre le sue carenze. Un'Italia specchio del proprio commissario tecnico.

Diventa lecito chiedersi cosa sarebbe successo in quella maledetta notte contro la Svezia con lui in panchina. Domanda a cui non ci può essere risposta, se non una mera supposizione. La carriera di Conte è invece una certezza. Ed ecco che giunge la prima esperienza all'estero, più precisamente al Chelsea. E sono ancora una volta i risultati a parlare: una Premier League e una Coppa d'Inghilterra. Il resto è storia recente e di un altro polemico addio, quello con i londinesi.

Ma la vera notizia, che un po' sorprende e stupisce, è il corteggiamento del Real Madrid, che non si è poi trasformato in realtà. C'è chi ha parlato di richieste economiche eccessive e chi invece ha detto che forse è stato considerato troppo catenacciaro e difensivo per lo stile blancos. La versione più credibile sembra però quella che a porre il veto sul suo arrivo siano stati alcuni senatori, in primis Sergio Ramos. Tutte ipotesi però al momento.

La verità la sanno solo le parti in causa. Ciò che è certo è che la squadra spagnola avrebbe forse permesso ad Antonio Conte di aver a che fare con quello che è il suo tallone d'Achille, ossia le coppe europee. Basti pensare alle eliminazioni con il Galatasaray e il Benfica quando era sulla panchina della Juventus. E neanche con il Chelsea è riuscito ad andare oltre gli ottavi. Il punto debole di un allenatore che fa della motivazione e del carattere la sua principale caratteristica. Non resta che dire alla prossima avventura.

Sezione: Gli ex / Data: Sab 17 novembre 2018 alle 06:00
Autore: Redazione TuttoBari
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