Ricordo che quando ero ragazzo mio padre, alla vigilia di un esame importante, per infondermi sicurezza e spronarmi a far bene soleva ripetermi, da naturale psicologo come può esserlo un vero padre: "mi raccomando, la prima impressione è quella che vale". La prima impressione. Ebbene, che impressione abbiamo ricevuto dalla prima esibizione dei biancorossi al San Nicola? A dir poco scioccante. Mortificante per il risultato, allucinante per gli errori (tre?) che hanno regalato la vittoria ai laziali.

Ora il buon Cornacchini, che già dallo scorso campionato non aveva un rapporto empatico con la tifoseria è stato esonerato. Da tempo ormai se lo aspettava. Per questo probabilmente non lavorava con serenità ed operava scelte che denotavano ansia ed insicurezza. Tuttavia, onestà intellettuale vuole che ci poniamo la domanda se tutte le colpe di un inizio così squallido siano da ascrivere esclusivamente all'allenatore. Pensate, con un calendario all'inizio abbastanza favorevole: due sconfitte su sei partite con soli sei gol  (3 su rigore e 2 occasionali). C'è da rabbrividire. Ed allora, non è il caso di porci la seguente domanda: quella allestita in estate è davvero una corazzata? E chi è l'autore di questo allestimento?  Il sig. Scala è immune da colpe? Che conoscenze ha costui del mercato? Non paghiamo forse lo scotto di un tandem inesperto che ha superato indenne l'esame in serie D (ma non dimentichiamoci il girone di ritorno con un rendimento inferiore a quello della Turris) ma che sta mostrando, a livelli differenti, i propri limiti? Non dimentichiamoci che a suo tempo la svolta al cammino del Napoli si ebbe quando Aurelio De Laurentiis scelse come direttore sportivo Pierpaolo Marino. E non dimentichiamoci che in una situazione analoga a quella presente, dieci anni fa, dopo l'umiliante sconfitta casalinga per 4-0 con il Lecce, la svolta la si ebbe con la sostituzionr del tandem Pari- Materazzi col binomio Perinetti-Conte. Fu Perinetti che si portò dietro Conte. Sappiamo tutti poi come è finita.

Le capacità, le competenze, le conoscenze sono fondamentali nella vita, nel lavoro, soprattutto quando si vogliono perseguire obiettivi prestigiosi e non vivacchiare ed operare nell'anonimato. Pertanto, nella scelta del sostituto di Cornacchini, credo che la società debba porsi questa domanda: è possibile ora operare una scelta che guardi in prospettiva e che oltre al tecnico miri a cambiare anche il D.T. o viceversa fare una scelta transitoria e rimandare in una fase successiva, in un clima di maggiore serenità,  cambi più radicali? Io opterei per questa seconda soluzione principalmente per il fatto che siamo ancora in serie C. A patto che il sostituto di Cornacchini sia un tecnico che sappia entrare nella testa dei giocatori, che sappia spronarli a dovere facendo loro capire cosa vuol dire essere alle dipendenze di una proprietà che per solidità ed esperieza è seconda solo alla Juve, far capire cosa vuol dire essere incitati da una tifoseria calorosa e passionale come quella barese (settima in Italia per seguito, ricordiamocelo), cosa vuol dire entrare e giocare in uno stadio simbolo come il San Nicola. Sino ad ora abbiamo ammirato solo una squadra svogliata, arrendevole, spenta. Una squadra senz'anima.

Luigi, non avere fretta. Scegli con calma. Mercoledì manda in panchina Brienza. Sino a domenica c'è tempo. Ad maiora.

Come sempre, su col morale e FORZA BARI,

Giovanni

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Sezione: Lettera del Tifoso / Data: Lun 23 settembre 2019 alle 17:00
Autore: Redazione TuttoBari
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